lunedì 11 gennaio 2016

Nirvana

Il discepolo baffuto era troppo irrequieto per riuscire a mettere in pratica gli insegnamenti del saggio, quindi decise di recarsi dal suo maestro, che a quell'ora era solito meditare sulle rive del Lambro.

"Maestro? Maestro Capibara?"

"Baffo, sarei stato più felice nel vederti se non avessi già intuito che c'è qualcosa che non va."

"Maestro, sono mortificato. Giungere così, senza preavviso, interrompendo la sua meditazione..."

"La meditazione può attendere: la comprensione della natura che mi circonda è necessaria per il mio distacco da essa, e tu essendo parte della natura mi fai capire che il mio obiettivo finale è ben lontano dall'essere raggiunto. Cosa succede?"

"Maestro, mi perdoni ma non sono riuscito a controllare la mia rabbia questa sera, e tutto perchè ho avuto la prova concreta del mio fallimento."

"Figliolo, ciò che tu chiami fallimento io lo chiamo processo di apprendimento: è assolutamente normale, e dovresti sforzarti a capire che non puoi pretendere di padroneggiare già adesso tutte le arti a cui ti ho introdotto."

"Mio maestro, sentirla parlare mi fa sentire sempre molto fortunato a essere suo discepolo, ma non posso fare a meno di esprimere il mio dissenso riguardo ciò che dice. Sono 6 anni ormai che seguo i suoi insegnamenti, eppure mi pare di essere di nuovo punto e a capo!"

Appena Baffo smise di parlare, il maestro Capibara risolse la posizione del loto in cui si trovava  e mettendosi in piedi smise di dare le spalle al suo discepolo, voltandosi verso di lui e lanciandogli un'occhiata severa.




"Baffo, sono il tuo maestro non per ascoltare tutte le tue lamentele ma per indicarti la giusta via."

"Mio Maestro, io non vengo da lei per lamentarmi ma per esprimerle le mie preoccupazioni riguardo la mia formazione."

Il Maestro Capibara sbuffò, quindi volse di nuovo le spalle al suo discepolo e, liberatosi prontamente della tunica che lo copriva, si avvicinò a un rivolo d'acqua per lavarsi.

Questo è il punto del Lambro dove il Maestro preferisce lavarsi. Ho omesso le siringhe per questioni di rispetto verso chi mi legge, e la spazzatura e le carcasse in putrefazione per lo stesso motivo, ma almeno c'è il Maestro in tutta la sua austerità.
"Cosa ti affligge, dolce figlio mio?"

"Maestro, io ho seguito tutte le sue disposizioni, e devo dire che in certi momenti riesco ad apprezzarne in maniera tangibile i benefici."

"Questo lo so, nei nostri precedenti incontri ne abbiamo parlato più e più volte. Quello che voglio sapere" e nel dire queste parole il Maestro Capibara volse di nuovo un'occhiata risoluta verso Baffo "quello che voglio sapere è l'evento specifico che ti ha fatto venire qui da me"

Baffo resse lo sguardo glaciale del maestro, ma iniziando a parlare notò che gli tremava la voce.

"Non credo che le farebbe piacere sapere che il suo favorito sia un inetto."

"Baffo, ti chiedo di non farmi innervosire ulteriormente: il rapporto tra discepolo e maestro non può prescindere dalla piena condivisione dei propri pensieri, e tu stai facendo resistenza a te stesso pur sapendo che questa tua reticenza non porterà ad alcun beneficio. Qual è stato il tuo errore odierno? La spazzatura?"

"No maestro, no! Ormai quella la butto regolarmente, tanto che non sono più passati i vicini a lamentarsi per l'odore di rancido, ho seguito i suoi insegnamenti alla lettera."

"Mmmm, ti sei dimenticato di pulire il pavimento e il bagno negli orari prestabiliti?"

"Mai! Mio maestro..." il discepolo baffuto iniziò a singhiozzare "Non potrei mai andare contro la mia volontà alle sue direttive, ormai il grigio della polvere ha lasciato spazio al colore delle piastrelle per terra, e ai miei ospiti non vengono più i conati di vomito nell'entrare nel bagno."

Il Maestro Capibara si allontanò dal rivolo d'acqua e si avvicinò a Baffo.

"Frignare come un bambino non risolve il tuo problema. Due minuti che ci parliamo e ancora non ho capito cosa ti ha fatto disperare così tanto"

"... I secondi."

"Mmmm..."

"Lei lo sa che almeno con i secondi non ho mai avuto particolari problemi a cucinare... Insomma, è ben diverso dai casini con la pulizia e le lavatrici: se si ricorda anche lì credo di avere compiuto enormi passi da gigante, visto che i primi anni portavo l'intera biancheria da lavare a casa in Toscana. A pensarci bene, che vergogna maestro..."

"Ragazzo, le schifezze che combinavi sono acqua passata ormai, hai imparato veramente tanto e sono lieto nel constatare che ormai sbrighi certe faccende domestiche come una massaia navigata. Ti ricordi il giorno che ci conoscemmo?"

"Ehm, sì."

"Quel giorno toccasti il fondo, ma la tua discesa negli Inferi fu per tua fortuna provvidenziale: mi ricordo di un ragazzo che con aria confusa entrava dentro Pizza Mundial e ordinava  1 chilo e mezzo di focaccia, un ragazzo molto diverso dall'uomo forte che ho apprezzato a vedere in questi ultimi anni. Ma oggi, oggi che succede figliolo mio?"

"Maestro!!!! I secondi sono la mia specialità ma le mie specialità sono evidentemente un orrore per il palato, e me ne sono reso conto solo oggi con dei filetti di platessa... Presto saprà tutto, ma ciò che mi ha fatto veramente disperare è stata la mia reazione al problema: nel momento in cui prendevo atto della mia imperizia, mi sono lasciato andare"

"Che hai fatto?"

"Niente, mentre non capivo un cazzo della cottura del pesce e rigiravo la poltiglia che fino a poco prima era un bel filetto, mi sono reso conto che la mia vita fa schifo, e non di certo per la leptospirosi che mi ha trasmesso poche settimane fa per la quale ho perso la funzione dei miei reni. Maestro, devo tutto a lei, ma in quel momento ho perso il controllo e sono entrato in una spirale di depravazione per cui ho improvvisato condimenti e cottura senza alcun criterio, e anche se ero da solo in casa ridevo, ridevo... E dopo avere riso di gusto della situazione crudele e della diarrea che mi sarebbe di sicuro venuta ho mangiato la platessa, che ero sicuro avrebbe fatto schifo..."

"Ed era effettivamente nauseabonda?"

"NO!!!! Era squisito, anzi, uno dei piatti più buoni che avessi mai fatto!!!!!!! Per questo sono disperato maestro, non riesco proprio a darmi pace di quello che le sto per dire: perchè nella vita ci viene insegnato che attenersi alle regole/leggi/ricette è fondamentale per vivere degnamente, quando invece uno cucina un piatto completamente a caso e lo digerisce alla perfezione mentre se si faceva una tazza di latte una diarrea era probabilmente dietro l'angolo? Non è profondamente ingiusto tutto questo?!"

Il maestro Capibara guardò dolcemente il discepolo più ingenuo che avesse mai avuto nella sua vita, quindi si rivolse a lui:

"Baffo, la solitudine a volte gioca brutti scherzi, questo non lo può negare nessuno dei due. Probabilmente hai dato un valore molto più importante di quanto un filetto di platessa si meritasse, ma non te ne do una colpa proprio perchè vivere senza qualcuno che ti dica un -che cazzo stai dicendo- è difficile. Molto difficile." Baffo si sentiva capito e guardava il suo maestro con devozione. "Detto questo, mi spiace dirtelo ma per certi versi sei un ritardato: ma non l'hai ancora capito che qua in questo mondo è tutto governato dal caso sia nel bene che nel male, e fare le cose in maniera certosina o alla cazzo di cane può comunque portare allo stesso risultato?"

Baffo trasalì: si sentiva all'improvviso confuso. Che modo di parlare era mai quello per un maestro del rango del Maestro Capibara?

"Il punto è questo, caro Baffo: la prima volta che ci siamo parlati è stato quando per risparmiare sull'acquisto delle bottiglie d'acqua stavi venendo a riempire la borraccia in questo fiume di merda dove abito io, il più grande roditore esistente in Natura nonchè animale esotico importato clandestinamente dal Sud America, e pure io, che nella vita ho saputo solo farmi crescere gli incisivi più del dovuto e azzannare piccoli mammiferi per il solo gusto di farlo, per te non si sa come mi sono reinventato guida."

Baffo era allibito.

"Ti ho insegnato a governare la casa, a condire la pasta, a fare il bucato, e hai appreso tutte queste manzioni egregiamente: ma secondo te come cazzo poteva sapere un rattone a gestire le faccende di casa? Semplice, non ne aveva assolutamente idea!!!! Anzi, ti rivelerò un segreto. Ho agito esattamente come hai agito tu con la platessa: completamente a caso, con uno spirito di autoconservazione annichilito giusto per andare a vedere come finiva"

"E quindi?"

"E quindi? E quindi, per dirla in un altro modo, anch'io mi sono gustato la platessa molto più di quanto mi sarei meritato, visto che mi vedi come un maestro da cui prendere spunto. E sai perchè è successo tutto questo? Nel mondo succedono un sacco di cose strane a caso, e io sono una di queste e la platessa pure, e dovresti avere capito che dare troppo peso all'improvvisazione piuttosto che all'attenersi pedissequamente alle regole può farti vivere momenti di crisi ingiustificate!!!!!!!!!!! "

"Aspetta un momento, che ci faccio sulle rive di questo fiume di merda? E perchè continui a parlarmi anche se sei un topone e mi hai già fatto capire il senso del tuo discorso?"

"Il punto è, caro Baffo, che non puoi pretendere di ottenere sempre ciò che vuoi: l'unica cosa che puoi fare è attuare il modo con cui vuoi ottenere quella cosa, e nel tuo caso io sono stato il mezzo per trasformarti in un decente inquilino di un appartamento di città. Quindi, ragazzo mio, le morali sono due: datti una regolata senza perdere la testa, e vai da un medico che non pisciare da tre settimane non è una cosa tanto normale. Adesso posso smetterla di parlare nella tua lingua umana, che tra l'altro manco conosco e manco posso parlare per via della conformazione di laringe, vie aeree e movimenti della mia lingua, e quindi SQUIT SQUIT SQUIT SQUIT SQUIT SQUIT"

Il capibara soffiò a Baffo, cercò invano di azzannargli la caviglia, quindi se la fece addosso e si tuffò dentro il Lambro. 

Nuota lontano fino ad arrivare dove risiedono i sogni e c'è cibo per rattoni parlanti, amico mio.


Baffo era confuso: innanzitutto come era riuscito a frequentare per 6 anni il Parco Lambro senza essere stato stuprato manco una volta? Inoltre, avrebbe continuato a improvvisare così bene in futuro, così come aveva fatto il capibara parlante? Infine, lo Swiffer andava passato veramente ogni 3 giorni?

Baffo si allontanò meditabondo dal fiume, ancora intontito per avere perso il suo mentore-rattone, e con tutte queste domande che gli frullavano per la testa.