giovedì 15 dicembre 2016

La festa di Santa Lucia

Per la tradizione cristiana Santa Lucia è una martire con una storia trasfigurata in modo particolarmente originale: perchè una donna forse decapitata, forse pugnalata alla gola, viene ricordata come colei a cui strapparono gli occhi? Può essere complicato rispondere a una domanda del genere senza l'aiuto dell'etimologia o di Wikipedia, ma il solo fatto di porsi simili questioni rasserena lo spirito: il desiderio tutto umano di raccontare storie capaci di lasciare il segno è una spia di creatività ed è capace di elevare la propria esistenza... Anche al costo di dire una bugia su una figura religiosa (e pure San Sebastiano ne sa qualcosa), riuscire ad attirare l'attenzione in modo costruttivo evidentemente ne valeva comunque la pena!

Per la tradizione popolare palermitana Santa Lucia è sempre una martire, ha comunque una bella storia di fede, devozione e mortificazione della carne da raccontarci ma assume un ruolo di primo piano nel calendario perchè il 13 Dicembre si fa festeggiare con trasporto da tante famiglie a suon di arancine, regali e un piatto particolare noto come "cuccìa" di cui faccio fatica a fare la descrizione...

Caro lettore, tu sai meglio di me che il mio senso di appartenenza territoriale è piuttosto ondivago. Per me è difficile rendere onore allo stesso modo al mio essere siciliano di sangue e toscano di cuore, perchè nella testa mi sento un figlio del mondo che come tale preferisce farsi raccontare le tradizioni invece di riportarle in prima persona. Purtroppo non riesco a passarti la ricetta per la cuccia, anzi, ti confesso di non avere mai festeggiato il 13 Dicembre in vita mia a Palermo, al massimo ho scimmiottato la ricorrenza in famiglia. Spero di farti recepire comunque un messaggio importante. 

Quale messaggio, dici?

Intanto, lettore mio, ti ringrazio per le tue domande e la tua curiosità perchè in questo modo lo spunto narrativo per raccontare le mie storie è sempre più o meno lo stesso, anche se lo ripropongo con toni leggermente diversi. Detto questo, devi sapere che Martedì era il 13 Dicembre, e come tale andava festeggiato in qualche modo: la cuccìa  non so prepararla e biglietti aerei per andare a mangiarla a Palermo non ne avevo, per fortuna con una ragazza versatile e 3 Euro da spendere in qualche posto con arancine in vendita me la sono cavata comunque... Per la prima volta il festeggiamento di colei-a-cui-non-furono-cavati-gli-occhi-ma-che-ricordiamo-come-colei-cui-cavarono-gli-occhi era cosa fatta!

La storia è la seguente.

Io e la mia ragazza ci siamo dati appuntamento alla Vucciria, una rosticceria specializzata in prodotti tipici siciliani vicino casa. Io arrivo stranamente in anticipo, e mi metto in disparte all'interno del locale assorto nei miei pensieri. Mentre aspetto la ragazza, noto che non ci sono riferimenti all'interno del locale alla festa della Santa, e un po' mi dispiaccio di questa scoperta perchè mi fa pensare che alla fine non sia così sentita e importante come immaginavo. Subito dopo, mi guardo attorno e mi ricredo.

Di fronte al bancone stava riunita una piccola ma eterogenea massa di persone rappresentanti le varie età dell'uomo, con look e modi di porsi diversi ma accomunati da due aspetti:
  1. Un accento siciliano, in alcuni spiccato e in altri mascherato da altre imprecisate inflessioni dialettali, in ogni caso inequivocabilmente siciliano.
  2. Un'arancina in mano o in procinto di essere consegnata.
In quei momenti, durati sì e no due minuti e terminati con l'arrivo di un gruppetto di impiegati in pausa pranzo, sapevo che tutte quelle persone, ignare dei trascorsi di tutti gli altri avventori della rosticceria, erano ben convinte di una cosa: in quell'arancina fumante e dal sapore così piacevole potevano rivedere casa anche se distante mille chilometri da loro, e potevano rivedere i visi dei loro cari lontani, allontanati o andati via... Palermo, Milano, Trieste, che differenza fa quando vieni catapultato in un mondo di bei ricordi capaci di dare un senso a una vita? E che importanza ha se l'arancina che mangi quassù non avrà mai il sapore di quella di giù, visto che ha compiuto il suo dovere da arancina alla perfezione? 

Caro lettore, oggi volevo darti un messaggio importante, e il messaggio importante è proprio questo: un'arancina, se mangiata con le giuste motivazioni, può regalare la felicità.





PS: i pezzi di questa rosticceria secondo me sono buoni anche per gli standard siciliani. In particolare, se le arancine del 13 Dicembre sono foriere di bei sentimenti, i cannoli ti portano alla strada della dipendenza da ricotta zuccherata, un percorso irto di "me lo concedo per stavolta" e "minchia che buono!!" che porta invariabilmente alla magione dell'esecrabile diabete mellito di tipo 2 aka rovina delle tossiche passioni culinarie palermitane.

venerdì 16 settembre 2016

Buongiornissimo dalle kaatcombe dei kapuccini :,( kondivdii per loro se ai un kuore :(



Per una meta turistica affascinante quanto lugubre e particolare quanto trascurata, 4 visitatori sono il numero perfetto: non sono così pochi da rimanere totalmente impressionati da un'esperienza che racchiude una verità terribile, nè così tanti da banalizzare la visita stessa e dimenticarsi perchè tante salme sono conservate in un luogo che rendono tanto speciale. Il punto è riuscire a capire cosa si possa trarre da una esperienza del genere senza cadere in una confortante sdrammatizzazione nè nella negazione del significato recondito delle catacombe dei cappuccini: i 4 visitatori cosa ne pensano a proposito?

Impressioni pre-discesa nelle catacombe:
-Visitatore 1: "La devozione per quanto viene considerato per certi versi macabro è parte integrante della tradizione cristiana, e le catacombe dei cappuccini ci ricordano che non ha riguardato e riguarda solo il culto delle reliquie dei santi, ma anche il ricordo dei cari estinti."
-Visitatore 2: "Il tempo non ha pietà della carne, e questo luogo ben testimonia questa mia affermazione".
-Visitatore 3: "Lo schifo l'ho già provato a pranzo con lo scarafaggio che ha deciso di passeggiare sulla mia scarpa mentre mangiavo il calzone, credo che il marciume non mi impressionerà più di tanto e prevarrà il rispetto per i morti".
-Visitatore 4: "La brioscina col gelato è buona, però dopo i calzoni fritti è meglio evitare perchè rischi di buttarla intera."

Impressioni post-discesa nelle catacombe:
-Visitatore 1:"Fatemi chiamare mia madre vi prego, le voglio solo dire quanto le voglio bene e che non voglio che muoia!!!!!!"
-Visitatore 2: "Non ci sono cartelli didascalici nè un sistema di areazione adeguato, tanto che ho sentito un forte odore di polvere per tutto il tempo... Io mi farò cremare, deciso."
-Visitatore 3: "Va bene che cenere siamo e cenere ritorneremo, ma l'idea di essermi sniffato resti di cadavere mi pare veramente insostenibile, mi viene un po' la nausea al pensiero"
-Visitatore 4: "La cappella delle vergini era veramente piccola... Bah, evidentemente anche nel XVI secolo ce n'erano poche."

sabato 10 settembre 2016

Leggendo Saramago

Tra gli ultimi a essere salito sull'aereo, il viaggiatore si è finalmente seduto al suo posto. Non lo ha accompagnato stavolta l'ansia legata al trovare un posto per la sua valigia, perchè il personale ha già provveduto a metterla in stiva. Il viaggiatore ha molto apprezzato questa presa in carico: lo stato delle cappelliere, sempre occupate da valigie sistemate male oltre che da giacche, zaini, borse e tutto quello che non dovrebbe essere contenuto al loro interno, finisce sempre con l'innervosirlo. Oggi però il viaggiatore ha ricevuto più prove di essere fortunato, ed è contento di non avere dovuto litigare con il passeggero di turno per spiegargli che con il volo pieno non si può occupare più spazio del consentito con uno zainetto e una giacca. A pensarci bene, il viaggiatore questa sera è contento e basta.

Per l'ennesima volta il viaggiatore si trova su un aereo che lo porterà a Palermo dalla sua ragazza. Una tratta diretta di un'ora e poco più, scandita da passaggi costanti. Il rullio del motore prima del decollo; la Toscana che si allontana dall'oblò; una lettura utile per trascorrere un po' di tempo in maniera costruttiva; l'inevitabile pennichella seguita dall'avviso del comandante, che ricorderà per l'ennesima volta al viaggiatore che in 10-15 minuti verrà completato l'atterraggio e la Sicilia sarà così raggiunta, per la gioia di tutti i passeggeri. 

Si parlava di passaggi costanti. È giusto dire che, anche se sono ormai routine per il viaggiatore, non significa che vadano sottovalutati. Nessun viaggio è uguale al precedente: la visita a Palermo sarà solo in apparenza l'ennesima, perchè anche le persone, gli edifici e le strade già visti altre volte avranno novità da comunicare, particolari ancora non valutati, scorci e luci non ancora impressi nel cuore e nella mente. 

Il viaggiatore è d'accordo con questo punto di vista, e del resto anche il viaggio di oggi ne è una prova: il viaggiatore trova spesso per terra monete di piccolo valore, eppure mai gli era capitato di trovare due pence in un aeroporto come gli è capitato poco prima... Riconoscere e apprezzare la novità, ecco cosa rende il viaggio degno di essere vissuto! Diventa quindi fondamentale individuare qualunque sfumatura che possa dare la possibilità di godere del tempo concesso anzichè di sopravvivervi solamente. Una sfumatura individuata dagli occhi, dalle orecchie...

... Dal naso?

E che cazzo!!! La puzza di merda ha fatto recepire al viaggiatore la peggiore delle notizie. Questo non sarà un viaggio come gli altri naturalmente, no che non lo sarà... Il volo da Pisa a Palermo con a fianco un passeggero scoreggione sarà un'assoluta novità, e poco male se l'aereo decolla in orario. Il viaggiatore sa già che i ripugnanti odori del vecchio flatulatore gli impregneranno il cervello e non riuscirà a pensare ad altro fino a quando non rivedrà la sua amata: ma perchè i peti altrui sembrano sempre più puzzolenti dei propri?

mercoledì 16 marzo 2016

Buona Pasqua e eppi berdi

Trovarsi nel limbo non è mai un'esperienza piacevole: il disorientamento che si prova è forte, a volte così intenso da portare a interrogarci sul senso delle fatiche che abbiamo dovuto provare per arrivare alla situazione di stallo attuale. Purtroppo non ci sono bussole nè altri strumenti che possiamo considerare utili per uscire dalle fasi di transizione delle nostre vite, ragion per cui spesso dobbiamo appellarci al nostro istinto e cercare la giusta via facendoci guidare da esso: magari ci sarà qualche tentativo che non andrà a buon fine, però di sicuro prima o poi ritorneremo in carreggiata e sapremo di nuovo cosa fare della nostra vita.

Probabilmente, caro lettore transgender, ti starai chiedendo a cosa serva questa mia premessa, quindi eccoti accontentato. Oggi scrivo questo post perchè il mio tentativo per uscire dal limbo è consistito nell'andare su Youtube, cercare "Gianni Sperti monologo" e non trovare naturalmente nulla, se non una serie di video praticamente tutti uguali tra loro in cui Gianni Sperti dice una minchiata a Tina Cipollari, che risponde con una battuta o con frasi in inglese maccheronico che suscitano inevitabilmente ilarità in Gianni Sperti. I video sono tutti postati dall'account UominiDonneFan, durano una manciata di secondi e hanno un numero di mi piace e visualizzazioni stabile:una decina di mi piace, o uno due che non gradiscono a fronte di circa 2000 visualizzazioni per video. Ah, dimenticavo una cosa importante: naturalmente questi video fanno schifo (qui un esempio), inoltre temo che Tina e Gianni si siano preparati in precedenza le battute, quindi non sono nemmeno in buona fede.

Se c'è una morale in questa vicenda, credo che si possa sintetizzare così.

Fermo restando che ognuno cerca la propria strada battendo un sentiero diverso da quello percorso dagli altri, quindi non necessariamente giusto o sbagliato ma in ogni caso diverso, io come tutti voi una bussola che funziona per questi casi non ce l'ho: comincio però a pensare che il sentiero che sto battendo oggi mi porterà a qualche cimitero indiano o nelle mani della camorra.

lunedì 11 gennaio 2016

Nirvana

Il discepolo baffuto era troppo irrequieto per riuscire a mettere in pratica gli insegnamenti del saggio, quindi decise di recarsi dal suo maestro, che a quell'ora era solito meditare sulle rive del Lambro.

"Maestro? Maestro Capibara?"

"Baffo, sarei stato più felice nel vederti se non avessi già intuito che c'è qualcosa che non va."

"Maestro, sono mortificato. Giungere così, senza preavviso, interrompendo la sua meditazione..."

"La meditazione può attendere: la comprensione della natura che mi circonda è necessaria per il mio distacco da essa, e tu essendo parte della natura mi fai capire che il mio obiettivo finale è ben lontano dall'essere raggiunto. Cosa succede?"

"Maestro, mi perdoni ma non sono riuscito a controllare la mia rabbia questa sera, e tutto perchè ho avuto la prova concreta del mio fallimento."

"Figliolo, ciò che tu chiami fallimento io lo chiamo processo di apprendimento: è assolutamente normale, e dovresti sforzarti a capire che non puoi pretendere di padroneggiare già adesso tutte le arti a cui ti ho introdotto."

"Mio maestro, sentirla parlare mi fa sentire sempre molto fortunato a essere suo discepolo, ma non posso fare a meno di esprimere il mio dissenso riguardo ciò che dice. Sono 6 anni ormai che seguo i suoi insegnamenti, eppure mi pare di essere di nuovo punto e a capo!"

Appena Baffo smise di parlare, il maestro Capibara risolse la posizione del loto in cui si trovava  e mettendosi in piedi smise di dare le spalle al suo discepolo, voltandosi verso di lui e lanciandogli un'occhiata severa.




"Baffo, sono il tuo maestro non per ascoltare tutte le tue lamentele ma per indicarti la giusta via."

"Mio Maestro, io non vengo da lei per lamentarmi ma per esprimerle le mie preoccupazioni riguardo la mia formazione."

Il Maestro Capibara sbuffò, quindi volse di nuovo le spalle al suo discepolo e, liberatosi prontamente della tunica che lo copriva, si avvicinò a un rivolo d'acqua per lavarsi.

Questo è il punto del Lambro dove il Maestro preferisce lavarsi. Ho omesso le siringhe per questioni di rispetto verso chi mi legge, e la spazzatura e le carcasse in putrefazione per lo stesso motivo, ma almeno c'è il Maestro in tutta la sua austerità.
"Cosa ti affligge, dolce figlio mio?"

"Maestro, io ho seguito tutte le sue disposizioni, e devo dire che in certi momenti riesco ad apprezzarne in maniera tangibile i benefici."

"Questo lo so, nei nostri precedenti incontri ne abbiamo parlato più e più volte. Quello che voglio sapere" e nel dire queste parole il Maestro Capibara volse di nuovo un'occhiata risoluta verso Baffo "quello che voglio sapere è l'evento specifico che ti ha fatto venire qui da me"

Baffo resse lo sguardo glaciale del maestro, ma iniziando a parlare notò che gli tremava la voce.

"Non credo che le farebbe piacere sapere che il suo favorito sia un inetto."

"Baffo, ti chiedo di non farmi innervosire ulteriormente: il rapporto tra discepolo e maestro non può prescindere dalla piena condivisione dei propri pensieri, e tu stai facendo resistenza a te stesso pur sapendo che questa tua reticenza non porterà ad alcun beneficio. Qual è stato il tuo errore odierno? La spazzatura?"

"No maestro, no! Ormai quella la butto regolarmente, tanto che non sono più passati i vicini a lamentarsi per l'odore di rancido, ho seguito i suoi insegnamenti alla lettera."

"Mmmm, ti sei dimenticato di pulire il pavimento e il bagno negli orari prestabiliti?"

"Mai! Mio maestro..." il discepolo baffuto iniziò a singhiozzare "Non potrei mai andare contro la mia volontà alle sue direttive, ormai il grigio della polvere ha lasciato spazio al colore delle piastrelle per terra, e ai miei ospiti non vengono più i conati di vomito nell'entrare nel bagno."

Il Maestro Capibara si allontanò dal rivolo d'acqua e si avvicinò a Baffo.

"Frignare come un bambino non risolve il tuo problema. Due minuti che ci parliamo e ancora non ho capito cosa ti ha fatto disperare così tanto"

"... I secondi."

"Mmmm..."

"Lei lo sa che almeno con i secondi non ho mai avuto particolari problemi a cucinare... Insomma, è ben diverso dai casini con la pulizia e le lavatrici: se si ricorda anche lì credo di avere compiuto enormi passi da gigante, visto che i primi anni portavo l'intera biancheria da lavare a casa in Toscana. A pensarci bene, che vergogna maestro..."

"Ragazzo, le schifezze che combinavi sono acqua passata ormai, hai imparato veramente tanto e sono lieto nel constatare che ormai sbrighi certe faccende domestiche come una massaia navigata. Ti ricordi il giorno che ci conoscemmo?"

"Ehm, sì."

"Quel giorno toccasti il fondo, ma la tua discesa negli Inferi fu per tua fortuna provvidenziale: mi ricordo di un ragazzo che con aria confusa entrava dentro Pizza Mundial e ordinava  1 chilo e mezzo di focaccia, un ragazzo molto diverso dall'uomo forte che ho apprezzato a vedere in questi ultimi anni. Ma oggi, oggi che succede figliolo mio?"

"Maestro!!!! I secondi sono la mia specialità ma le mie specialità sono evidentemente un orrore per il palato, e me ne sono reso conto solo oggi con dei filetti di platessa... Presto saprà tutto, ma ciò che mi ha fatto veramente disperare è stata la mia reazione al problema: nel momento in cui prendevo atto della mia imperizia, mi sono lasciato andare"

"Che hai fatto?"

"Niente, mentre non capivo un cazzo della cottura del pesce e rigiravo la poltiglia che fino a poco prima era un bel filetto, mi sono reso conto che la mia vita fa schifo, e non di certo per la leptospirosi che mi ha trasmesso poche settimane fa per la quale ho perso la funzione dei miei reni. Maestro, devo tutto a lei, ma in quel momento ho perso il controllo e sono entrato in una spirale di depravazione per cui ho improvvisato condimenti e cottura senza alcun criterio, e anche se ero da solo in casa ridevo, ridevo... E dopo avere riso di gusto della situazione crudele e della diarrea che mi sarebbe di sicuro venuta ho mangiato la platessa, che ero sicuro avrebbe fatto schifo..."

"Ed era effettivamente nauseabonda?"

"NO!!!! Era squisito, anzi, uno dei piatti più buoni che avessi mai fatto!!!!!!! Per questo sono disperato maestro, non riesco proprio a darmi pace di quello che le sto per dire: perchè nella vita ci viene insegnato che attenersi alle regole/leggi/ricette è fondamentale per vivere degnamente, quando invece uno cucina un piatto completamente a caso e lo digerisce alla perfezione mentre se si faceva una tazza di latte una diarrea era probabilmente dietro l'angolo? Non è profondamente ingiusto tutto questo?!"

Il maestro Capibara guardò dolcemente il discepolo più ingenuo che avesse mai avuto nella sua vita, quindi si rivolse a lui:

"Baffo, la solitudine a volte gioca brutti scherzi, questo non lo può negare nessuno dei due. Probabilmente hai dato un valore molto più importante di quanto un filetto di platessa si meritasse, ma non te ne do una colpa proprio perchè vivere senza qualcuno che ti dica un -che cazzo stai dicendo- è difficile. Molto difficile." Baffo si sentiva capito e guardava il suo maestro con devozione. "Detto questo, mi spiace dirtelo ma per certi versi sei un ritardato: ma non l'hai ancora capito che qua in questo mondo è tutto governato dal caso sia nel bene che nel male, e fare le cose in maniera certosina o alla cazzo di cane può comunque portare allo stesso risultato?"

Baffo trasalì: si sentiva all'improvviso confuso. Che modo di parlare era mai quello per un maestro del rango del Maestro Capibara?

"Il punto è questo, caro Baffo: la prima volta che ci siamo parlati è stato quando per risparmiare sull'acquisto delle bottiglie d'acqua stavi venendo a riempire la borraccia in questo fiume di merda dove abito io, il più grande roditore esistente in Natura nonchè animale esotico importato clandestinamente dal Sud America, e pure io, che nella vita ho saputo solo farmi crescere gli incisivi più del dovuto e azzannare piccoli mammiferi per il solo gusto di farlo, per te non si sa come mi sono reinventato guida."

Baffo era allibito.

"Ti ho insegnato a governare la casa, a condire la pasta, a fare il bucato, e hai appreso tutte queste manzioni egregiamente: ma secondo te come cazzo poteva sapere un rattone a gestire le faccende di casa? Semplice, non ne aveva assolutamente idea!!!! Anzi, ti rivelerò un segreto. Ho agito esattamente come hai agito tu con la platessa: completamente a caso, con uno spirito di autoconservazione annichilito giusto per andare a vedere come finiva"

"E quindi?"

"E quindi? E quindi, per dirla in un altro modo, anch'io mi sono gustato la platessa molto più di quanto mi sarei meritato, visto che mi vedi come un maestro da cui prendere spunto. E sai perchè è successo tutto questo? Nel mondo succedono un sacco di cose strane a caso, e io sono una di queste e la platessa pure, e dovresti avere capito che dare troppo peso all'improvvisazione piuttosto che all'attenersi pedissequamente alle regole può farti vivere momenti di crisi ingiustificate!!!!!!!!!!! "

"Aspetta un momento, che ci faccio sulle rive di questo fiume di merda? E perchè continui a parlarmi anche se sei un topone e mi hai già fatto capire il senso del tuo discorso?"

"Il punto è, caro Baffo, che non puoi pretendere di ottenere sempre ciò che vuoi: l'unica cosa che puoi fare è attuare il modo con cui vuoi ottenere quella cosa, e nel tuo caso io sono stato il mezzo per trasformarti in un decente inquilino di un appartamento di città. Quindi, ragazzo mio, le morali sono due: datti una regolata senza perdere la testa, e vai da un medico che non pisciare da tre settimane non è una cosa tanto normale. Adesso posso smetterla di parlare nella tua lingua umana, che tra l'altro manco conosco e manco posso parlare per via della conformazione di laringe, vie aeree e movimenti della mia lingua, e quindi SQUIT SQUIT SQUIT SQUIT SQUIT SQUIT"

Il capibara soffiò a Baffo, cercò invano di azzannargli la caviglia, quindi se la fece addosso e si tuffò dentro il Lambro. 

Nuota lontano fino ad arrivare dove risiedono i sogni e c'è cibo per rattoni parlanti, amico mio.


Baffo era confuso: innanzitutto come era riuscito a frequentare per 6 anni il Parco Lambro senza essere stato stuprato manco una volta? Inoltre, avrebbe continuato a improvvisare così bene in futuro, così come aveva fatto il capibara parlante? Infine, lo Swiffer andava passato veramente ogni 3 giorni?

Baffo si allontanò meditabondo dal fiume, ancora intontito per avere perso il suo mentore-rattone, e con tutte queste domande che gli frullavano per la testa.