lunedì 21 dicembre 2015

Cosa ho imparato dall'Episodio VII di Guerre Stellari (parte II)

Dicevo che la visione del nuovo episodio di "Guerre stellari" mi ha sorpreso parecchio per tutta una serie di motivi che non vi sto ad elencare, anzi sì perchè sennò questo post sarebbe lungo solo due righe e poi i soldi degli sponsor non mi arriverebbero più: ancora prima della visione ero sorpreso per altri motivi, non strettamente legati alle vicende in certa una galassia lontana lontana (un uomo seduto vicino a me e alla mia ragazza aveva avuto la premura di versarsi addosso della benzina a un distributore di carburante: la puzza di combustibile mi aveva suggerito che in effetti un kamikaze vicino a noi pronto a ricreare un'atmosfera a là Bataclan 2.0 era un'evenienza a cui non avevo pensato fino a quel momento). Gli aspetti che mi preme sottolineare sono 15, non uno di più, non uno di meno:
  1. Leggere il testo introduttivo è stato veramente emozionante, un po' come quando i bambini scoprono che Babbo Natale in realtà non esiste o come quando scopri che pure i tuoi genitori devono avere fatto quella cosa lì per averti concepito. Chiaro? Non proprio? Ehm... Forse non sono tanto bravo con i paragoni, ma vabbè. Dicevo che è stato entusiasmante perchè, nel momento in cui ho realizzato che la storia continuava davvero, il mio sogno da bambino stava diventando realtà. A cercare il pelo nell'uovo, se devo essere sincero in questa premessa venivano tirati in ballo tanti personaggi e istituzioni in una maniera che mi è sembrata un po' superficiale: leggere così tante notizie sui miei beniamini, la cui storia era cristallizzata da tempo, mi ha fatto sentire come se la trama fosse stata decisa in fretta e furia, e che la troppa carne al fuoco non faceva che confondermi le idee. Per fare un altro paragone, è come se ipoteticamente uscisse un seguito inaspettato de "Il Signore degli Anelli " (non parlo di "Return of the shadow" ma di qualcosa completamente inedito) e nei titoli di testa ci fosse scritto: "Aragorn non sa più cosa fare. Gli Elfi sono tornati a Valinor, mentre si avverte la presenza di un oscuro potere a Est: un esercito di Uomini fedeli a Sauron marcia su Gondor, e il Generale Pipino è sulle tracce di Gandalf che anche se ha abbandonato la Terra di Mezzo deve essere presentato in questa storia come specchietto per le fan-allodole per poi morire e farvi concentrare sui nuovi personaggi che forse hanno il loro perchè. Intanto, nell'Eriador..." Ecco, un discorso del genere mi innervosisce parecchio, visto che mi fa sentire terribilmente poco aggiornato su cosa stia succedendo: inoltre, perchè cazzo mai Pipino adesso è generale quando prima era una principessa?!
  2. Vedere esplodere Coruscant mi ha dato una grande gioia, perchè adesso sono quasi sicuro che Jar Jar Binks sia crepato una volta per tutte.
  3. <3 bentornati pupazzoni <3
  4. Mi spiace che non sia manco menzionato Wedge Antilles, il Poe Dameron della Trilogia originale che se la tirava un po' meno di quest'ultimo e spaccava comunque il culo a tutti. A quanto pare l'attore che lo interpretava non ha voluto partecipare alle riprese perchè gli pareva un'esperienza "noiosa"...
    Noiosa?
    Noiosa?!
  5. NOIOSA?!
      NOIOSA?!!?!?!?!?!??!?!!??!
        NOIOSA?!?!?!?!?!?!?!??!?!?!?!???!?!?!?!??!?!?!!?!?!?!????????
  6. John Boyega è un attore che apprezzo sin da quando ha magistralmente interpretato Mario Balotelli in "Attack the block": le mie aspettative su di lui sono state ripagate, visto che tra i nuovi personaggi è quello per cui nutro maggiore simpatia, anche se non capisco come possa una persona traumatizzata per avere partecipato a una carneficina di civili a godere così tanto della morte dei suoi vecchi commilitoni. Mi piace anche che abbia legato con un dritto come BB-8, un altro personaggio che come lui proviene dalle periferie disagiate della galassia e che, sempre come lui, è cresciuto a pane, pallottole e arresti.
  7. Han Solo deve solo ringraziare di avere chiesto un prestito alla mala di una galassia lontana lontana e non a quella della Via Lattea attiva dalle parti di Reggio Calabria o di Brindisi, sennò anzichè minacce innocue si sarebbe già trovato dentro un pilastro di cemento. Chewbacca invece deve solo ringraziare la sua parrucchiera e le meches che gli hanno ringiovanito il look: la prossima copertina di Cosmopolitan è tua.
  8. Ah già che palle, me ne stavo dimenticando: per essere politically correct e evitare accuse di razzismo mi conviene dire che a Han Solo sarebbe capitato sicuramente lo stesso anche con gli usurai del Nord Italia, la malavita di Helsinki o le famigerate gang del Canton Ticino.
  9. Nella nostra galassia se come genitore fai schifo al massimo tuo figlio si mette a drogarsi o decide di mandare a puttane il suo futuro. Non è una possibilità tanto deprimente visto che, se consideri altre regioni dell'Universo, se sei un padre di merda rischi che il sangue del tuo sangue si avvicini al Lato Oscuro bramando di ammazzarti per diventare un signore dei Sith.
  10. Il combattimento tra Finn e l'assaltatore con la mazza che deflette i colpi della spada laser mi ha gasato tantissimo. 
  11. Cavolo, forse è un po' brutto da dire, ma praticamente tutto mi ha gasato tantissimo.
  12. Kylo Ren mi inquieta e non per il suo naso, quindi non mi sento di criticarlo ferocemente come invece il buon senso ha imposto a molti.
  13. Il personaggio più pirla della nuova trilogia è senza dubbio Capitan Phasma, che dovendo vigilare sugli assaltatori del Primo Ordine dovrebbe incutere quantomeno timore: quello che ha fatto finora invece è sottovalutare la fatale insubordinazione di un suo sottoposto, farsi catturare dalle uniche persone senza divisa in tutta la Starkiller Base ed essere convinta a disattivare gli scudi dell'erede morale della Morte Nera senza prima avere subito una qualche minima forma di tortura... Rompi il cazzo col tuo completo cromato e la mantellina e poi sei buona solo a farti canzonare da Balotelli, Gianni Morandi e mega-Furby? Ma vattene a fanculo e non farti più vedere!
  14. La quantità di citazioni dell'Episodio IV è impressionante, però sinceramente non farmi schiantare il ciccione alla guida dell'Ala X come invece mi aspettavo è stata un'offesa alla tradizione e, quindi, una delusione difficile da accettare.
  15. Queste macchine infernali che pur diventando sempre più grandi e potenti si possono distruggere nel giro di 30 minuti mi hanno rotto le palle.
  16. Su un'isola deserta capisco che possano mancare rasoi, ma non pensavo potessero esserci così tante fonti di calorie per farsi venire addirittura il panzone.

Whoop whoop! That's the sound of da police. Whoop whoop" That's the sound of da beast (purtroppo il momento in cui dà il suo assenso carico di entusiasmo a Finn con una fiammata dell'accendino non è stato immortalato da nessuno che abbia avuto la decenza di condividere su Google lo scatto rubato)

sabato 19 dicembre 2015

Cosa ho imparato dall'Episodio VII di Guerre Stellari (parte I)

Il mio amore per "Guerre stellari" nasce una sera come tante degli anni '90 (non propriamente tanto tempo fa) in quel di Montecatini (quindi non in una galassia lontana lontana). 
I miei cari genitori, buoni come il pane, belli come il Sole, teneri quanto C1P8 e per fortuna simpatici in un modo diverso da Jar Jar Binks, avevano comprato un cofanetto contenente le videocassette della trilogia originale per vederlo tutti insieme in famiglia: dopo una cena di cui naturalmente non mi ricordo nulla,  io, mio fratello, mammina dolcina e papino bignettino ci spostammo dalla cucina al salone, dove si trovava la TV più bella della casa (che per gli standard attuali probabilmente equivale a un comodino) dotata di videoregistratore. Una persona imprecisata inserì quindi la VHS dell'episodio IV, e così iniziò il film: i primi 10 minuti, grazie a un tripudio di scritte gialle in movimento su un'inquadratura dello spazio profondo, disperati in procinto di morire con elmetti sproporzionati, droidi e pupazzoni poco credibili avevano catturato le attenzioni mie e di mio fratello con un'intensità paragonabile solo a quanto avevano fatto "Jurassic park" le avventure nel bosco dei 100 acri di Winnie the Pooh . La comparsa di Han Solo e di un pelouche di 2 metri aveva innalzato ulteriormente il livello della tensione; la successiva morte di un uomo con la testa di mosca era stato l'ennesimo evento difficilmente gestibile per un bambino di 7 anni che si stava sforzando di non lasciarsi andare a una crisi epilettica pregna di stupore. 
Ci fu però un momento in cui capii che non poteva essere solo adrenalina da smaltire ma qualcosa di più complesso, e questo momento per non dire innamoramento coincise con lo scambio di battute tra Han Solo e la principessa Leila subito dopo la liberazione di lei (suona come una ripetizione ma non lo è: uno è un nome proprio di persona, l'altro un pronome personale). In questa parte del film Luke Skywalker, Han Solo e Chewbacca tirano fuori dalla cella la principessa, ma  si sentono prossimi a soccombere ai numerosi assaltatori imperiali decisi a farli fuori: la principessa Leila decide quindi di prendere in mano la situazione aprendo una via di fuga attraverso delle condutture nelle quali si fiondano tutti e quattro. Queste condutture portano purtroppo a una sorta di stazione di stoccaggio dei rifiuti, e così Han Solo, a cui giustamente fa schifo sguazzare dentro un liquame indefinito che al confronto il Po è la sorgente Levissima, si incazza e dice:

"Complimenti principessa! Che puzza stupenda ci ha fatto scoprire!"

Questa battuta balorda mi fece fare delle grasse risate tali da indurmi in uno stato di trance in cui non facevo altro che pensare alla saga di "Guerre stellari" e a ogni singola scena dei suoi film: questo periodo è durato più o meno 3 anni, ovvero fino a quando i libri di JK Rowling e di Tolkien hanno permesso di arginare una passione altrimenti incontrollabile. Da bambino ero probabilmente drogato di "Guerre stellari", ma non sono convinto che sia stata una cosa  negativa: il rapido susseguirsi di eventi, con combattimenti e inseguimenti adrenalinici alternati a battute irresistibili e cazzatone inaudite, divertiva oltre ogni dire me e mio fratello, che continuavamo a sbrigare i nostri affari da bambini e che ogni tanto indossavamo i panni dei Padawan pronti a imparare come usare la spada laser, farsi amici degli orsacchiotti di pelouches, credere fermamente nei propri sani ideali e baciare sorelle gemelle senza poi avere il bisogno di dovere andare dallo psicanalista... Eh sì, tengo un sacco di ricordi piacevoli della mia infanzia legati a "Guerre stellari".


Max Rebo (aka il pupazzone con le pieghe di plastica evidenti oltre ogni buon senso  che si vede nell'immagine) ha un posto speciale nel mio cuore, tanto che io e mio fratello gli abbiamo dedicato pure una pagina facebook in decomposizione: https://www.facebook.com/elefantinocatanese/

Quando ho sentito che sarebbe uscito un nuovo episodio della saga, ero piuttosto scettico sulla capacità di ricreare quel divertimento puro e genuino che per esempio provavo nel vedere esplodere i Tie Fighter o nel vedere schiantare il pilota ciccione dello X-Wing, o ancora nello scrutare in secondo piano qualche attore truccato malissimo con vestiti improbabili da alieno: del resto la saga di "Guerre stellari" è diventata con il passare degli anni una enorme macchina mangiasoldi, ed ero sicuro che l'intrattenimento dato dalla trilogia originale non sarebbe stato garantito dai nuovi film, che tra l'altro sarebbero stati supervisionati non più da George Lucas ma da coloro che curavano l'immagine di Pimpi, Tigro, Tappo e quel deficiente di Christopher Robin. Insomma, non mi aspettavo granchè, se non due ore di product placement con qualche cameo di Topolino e altre stronzate sottotono di questo tipo. 

Per fortuna mi sbagliavo.

CAZZO CHE BOTTA! Potrei dire che sono state adottate delle strategie un po' ruffiane per catturare il consenso del pubblico, e qualche stronzata nella trama non manca di sicuro. Se devo però essere sincero di questi aspetti non me ne frega nulla, visto che in me prevale un altro sentimento: lo spaesamento nel ritrovarsi di nuovo esaltatissimo e col fiato sospeso al pensiero di combattimenti tra astronavi, pupazzoni parlanti (stavolta fatti decisamente meglio, ma non so se questo sia decisamente un bene) e momenti trash di rara potenza. 

Per questi motivi non posso che dare l'addio al sottoscritto inteso come dott. Baffo Baffi, dato che la mia capacità di studiare e lavorare è del tutto compromessa per i prossimi 2 anni almeno. Diamo quindi il bentornato alla mentalità di quel bambino di 7 anni che ancora non sapeva allacciarsi le scarpe e che non avrebbe fatto altro che vedere film di "Guerre stellari": che il rincoglionimento abbia di nuovo inizio!!!!!!!!!


PS: mamma, se mi stai leggendo, sappi che il metodo delle orecchie di coniglio non lo so fare: se intanto giro le stringhe intorno alle caviglie e le incastro dentro le scarpe finchè non ci rivediamo, me le puoi allacciare tu per favore? 

PPS: davvero mamma, mi spiace tantissimo per questa cosa, cercherò di rimettermi in carreggiata il prima possibile, però pensa positivo: almeno a 7 anni sapevo già farmi il bidet, quindi per quello non ho bisogno di aiuto, grazie lo stesso mammina cuoricina!

PPS; la seconda parte di questo post quando verrà pubblicata sarà piena zeppa di spoiler trattati nella maniera più ignobile possibile, quindi se non avete ancora visto il film vi consiglio di stare alla larga da questo blockbuster di visualizzazioni del web.


domenica 15 novembre 2015

Querele in arrivo

Qualche settimana fa mi trovavo sull'Appennino tosco-emiliano con la mia famiglia: fu una giornata particolare quanto piacevole, impreziosita da un pranzo veramente eccezionale in un ristorante nella zona. Difficilmente mi dimenticherò negli anni a venire di quel giorno, e il motivo per cui sono convinto di questa cosa è il seguente: quando succede qualcosa che ti fa cambiare la tua percezione del mondo, diventa inevitabile che quel dato avvenimento diventi lo spartiacque tra un "prima" nebuloso e incerto e un "dopo" che ha assunto finalmente un significato e ti permette di guardare il futuro da un nuovo punto di vista. 
Nel mio caso, la situazione che ha modificato le mie convinzioni è stata la seguente: i ristoratori avevano tratti somatici molto simili a quelli dei rom; facendo caso agli sguardi di chi mi stava vicino, sembrava che questo particolare avesse assunto una certa importanza solo per me all'interno di tutto il locale. Tra gli altri avventori, non vedevo nessuno che poneva particolare attenzione al viso del personale o al loro accento eccetto me: in effetti, i clienti del ristorante erano fin troppo assorti nel gustarsi i piatti squisiti dello chef, e l'attribuzione di lineamenti suggestivi di una etnia specifica pareva interessare solo me. 
Io non mi reputo una persona razzista, e non ho alcun problema a riconoscere e rispettare la presenza di persone con cultura e fisionomia diverse dalle mie: ciononostante, l'incredulità provata vedendo  persone al lavoro che sembravano rom (ma che potevano benissimo non esserlo) era veramente eloquente, e qualcosa doveva pur significare. In questo modo dalla vicenda ho tratto tre conclusioni:

-La sorpresa nel vedere un rom che conduce una vita anche solo apparentemente onesta mi fa pensare che la mia considerazione di base delle minoranze più problematiche, e delle persone più in genere, non sia per nulla scissa dai luoghi comuni e dai pregiudizi: di questo sono molto dispiaciuto. è un po' come se uno straniero si stupisse nel sapere che il mio mestiere non è il pizzaiolo o il mafioso, ma il medico: non è un atteggiamento auspicabile per chi cerca di essere di ampie vedute. 

-L'integrazione è una conquista meravigliosa, perchè ti permette di essere valutato non come un bravo o cattivo zingaro, ma come un bravo o cattivo cittadino e professionista. Vedere un presunto appartenente a un'etnia così bistrattata in un ruolo rispettato dai clienti del ristorante mi aveva riempito d'orgoglio, e mi aveva fatto pensare che col giusto impegno certi problemi sociologici potrebbero davvero essere arginati; d'altro canto, fare caso a una cosa del genere è indice che certe forme di integrazione sono tutto fuorchè la norma.


Caro lettore, tu giustamente ti chiederai il motivo che sta dietro la scelta di raccontare quello che probabilmente è stato un abbaglio: tra l'altro, se il super cuoco che ha cucinato tutte quelle delizie venisse a sapere che l'ho scambiato per uno zingaro magari mi avrebbe querelato o preso a legnate, sempre per quella regola aurea per cui nessuno di noi è razzista e rispettiamo tutti i popoli PERO'. Quindi caro il mio lettore, perchè tutta questa storiella di razzismo inconscio e speranze sul futuro? 
Innanzitutto premetto una cosa: sono sicuro che il perchè te lo sia chiesto leggendo non solo quest'ultimo post, ma anche tutti gli altri precedenti. Io però non ti posso spiegare il perchè di ogni cosa che mi viene per la testa, anche perchè nemmeno il mio psichiatra ci capisce più di tanto, quindi davvero, caro mio, almeno per i post scritti prima di questo mettiamoci una pietra sopra e non farti più domande, ok?
Ora posso rispondere alla domanda: la vicenda sconclusionata al ristorante mi è ritornata in mente nel momento in cui sono venuto a conoscenza degli attentati terroristici compiuti a Parigi, e all'interno di quella ricerca di orecchini e di fattezze rom che ho trovato la mia personale chiave di lettura per i tragici eventi francesi, legata alla terza conclusione tratta dalla vicenda del ristorante sull'Appennino. 

Che io mi convinca che i rom o chi per loro si possano integrare o meno nel tessuto sociale italiano in base all'esperienza personale, senza essermi minimamente documentato scrupolosamente su di loro, è quantomeno pretenzioso. Sono libero di andare in altri dieci ristoranti gestiti da presunti rom e tirare un sospiro di sollievo, oppure di andare in metropolitana e sentirmi chiedere l'elemosina per condannare la politica che non fa abbastanza, ma il problema rimane comunque lo stesso: io non sono un benefattore dei rom nè il loro castigatore, ma una persona che si fa un'idea piuttosto generica su una etnia considerata problematica e giunge alle sue personali conclusioni illudendosi che abbiano inquadrato perfettamente il problema.

Invece purtroppo non è così. Cazzo, no che non è così. Anche perchè, per quanto i politici possano fare schifo, se fosse una riflessione che precede uno stato su fb a essere risolutiva, ci vorrebbe veramente poco per cambiare i destini del mondo.

Su facebook da Venerdì sera ho avuto modo di vedere molte testimonianze eloquenti di discorsi da bar come quello che vi ho fatto io sul ristoratore rom che forse non lo era.
Ho letto stati di gente che non ha letto il Corano che sfidavano altra gente che non ha letto il Corano a leggere il Corano e riportare il fantomatico passo in cui viene giustificata la caccia all'infedele.
Poi ho letto stati e commenti sulla necessità di assumere un atteggiamento contrito perchè 129 persone che potevano essere chiunque tra noi sono morte senza un'apparente ragione, e che questo lutto andava manifestato con immagini del profilo col tricolore francese o con hashtag dedicati e ogni altra cosa pubblicata in questi giorni era semplicemente fuori luogo.
Ho letto anche che il terrorismo islamico è pur sempre terrorismo e non è importante specificarne la matrice; anzi no, ho anche letto che il terrorismo è islamico proprio perchè è l'Islam a essere marcio, quindi è un problema che esiste perchè esiste l'Islam. No scusate, il problema c'è perchè sono proprio le religioni in generale la causa dei mali dell'uomo, quindi il marcio è in tutte le religioni e se avvengono eccidi ogni anno è solo perchè qualcuno crede a un'Entità Superiore e non perchè giustifica atrocità strumentalizzando determinate ideologie e fedi.
Infine, ho letto uno stato di Cesare Cremonini, e non ci ho capito un cazzo. Quindi ho letto gli stati di Salvini e ho perso la capacità della lettura. Allora ho visto un video della Meloni, e mi è comparso l'esoftalmo, ed ecco perchè vi sto scrivendo dal reparto di Oftalmologia dell'Ospedale dei discorsi persi.

Prima di dire ulteriori stronzate riguardo argomenti così delicati, sarebbe utile ricordare che certi problemi possono essere ben più complicati di quanto affermazioni superficiali possano lasciare intendere. Parlare di situazioni così gravi equivale a una passeggiata su un campo minato, essenzialmente perchè i motivi che spingono una persona a diventare un terrorista sono complessi e numerosi: io non li conosco tutti, ma di certo non sono ascrivibili solo a un'integrazione difettosa dell'immigrato nella società occidentale o allo schifo che fanno l'America e i suoi alleati. 
Cosa ancora peggiore, credo che non ci sia nessun video su Youtube di 10 minuti con pennarelli e matite capace di spiegarci tutti i motivi per cui è dal 2001 che abbiamo coscienza che un attentato potrebbe davvero palesarsi da un momento all'altro vicino a noi, e che ciononostante ogni volta che qualcuno decide di colpire in Europa alla notizia viene dato risalto come se fosse il primo evento nel suo genere: se volessimo capirci qualcosa in più dovremmo documentaci ben più di qualche minuto per poi tornare a disinteressarci del problema. 
Inoltre parlare della situazione geopolitica del Medio Oriente non può ridursi a una mera difesa delle proprie idee di partenza, perchè è uno svilimento di concetti che nessuno ci richiede. Io stesso preferisco non esprimermi a riguardo piuttosto che parlare di cose che non conosco e giungere a conclusioni non supportate da evidenze: parlare di integrazione quando non si sa se il cuoco è rom oppure no non ha senso e ti espone solo a critiche condivisibili: allo stesso modo non ha senso minimizzare un atto terroristico di efferata ferocia o dire che tutti i musulmani sono terroristi o che vanno bombardati tutti e subito o che se ci fosse lo zio Benito sarebbe diverso... Magari si potesse giungere a una conclusione definitiva di uno o dell'altro tipo senza rischio di avere sbagliato valutazione!!! 
Il problema è che le uniche guerre in cui la parte dei buoni era chiara a tutti le hanno fatte gli Uomini e gli Elfi contro gli Orchetti di Sauron, quindi mi dispiace dire che l'unica occasione di scrivere stati definitivi su facebook ce la siamo giocata dopo avere visto la Trilogia del Signore degli Anelli.


You didn't want to scratch but then you got the itch

You only wanted Stoa but you got the witch

You know you're always paying for the shit that's free

It's not easy with this complexity




PS: chissà che cosa significa "Stoa", comunque mi sembra che postando questa canzone stia di nuovo dicendo cose a caso... Vabbè, almeno mi rende felice che pure gli alieni abbiano trovato lavoro nella copertina nonostante le difficoltà nella società odierna.

domenica 4 ottobre 2015

Un altro grande traguardo è stato raggiunto!

Sono sempre restio a parlare della mia vita sentimentale online: la scelta di avere un po' di privacy in questo ambito della mia vita è legato al fatto che un argomento così personale e speciale non può essere messo sullo stesso piano di uno stato dedicato a "Domenica in" o a una condivisione di un animale impagliato male... Per carità, anche quelle sono comunque mie ragioni di vita, però in quei casi non ho alcun problema di fare conoscere quel lato del mio carattere che apprezza le cose orride: il motivo è che, in una discarica di vomito, diarrea e offese gratuite quale è Internet, non ci vedo nulla di incoerente nel rendere noto a tutti i miei contatti di fb altro vomito, diarrea e offese gratuite; al contrario, buttare nel calderone cose a cui tengo invece molto è un atto che sento quasi come una delegittimazione di un aspetto della mia vita che trovo felice e da meritevole di rispetto.

A questo punto una domanda sorge spontanea: perchè tutta questa manfrina su un argomento che non riguarda i Fimbles nè Tiberio Timperi?

Già, perchè?

Il motivo è presto detto: oggi, online, mi sento di condividere con tutti voi un momento molto importante della mia vita, in particolare della storia con la mia ragazza. Dopo il primo bacio, il primo anniversario e il primo viaggio insieme, ci tengo a farvi sapere che un altro grande traguardo è stato raggiunto: oggi, 4 Ottobre 2015, è finalmente arrivata la prima coltellata ai miei danni!!!!!!

Aspetto i messaggi di auguri di tutti voi in posta privata (la mia ragazza invece aspetta l'avviso di garanzia da parte della Procura), presto vi faremo sapere la data della prima udienza in Tribunale! BACI A TUTTI!


PS: la vicenda è andata così: stavamo lavando le stoviglie e ho sbattuto il braccio contro il coltello che teneva in mano, non c'è stato nessun taglio ma è il pensiero che conta <3 Amore mio, spero che un giorno mi spunti un cheloide a forma di cuore grande quanto una prugna per farti capire quanto tu sia importante per me!

domenica 13 settembre 2015

È tempo di rivalutazioni

Durante la mia adolescenza ho sempre guardato con diffidenza ai prodotti della cultura italiana contemporanea. Per questo motivo è stato un sospiro di sollievo scoprire in questi anni universitari che la musica non è solo Giusy Ferreri, che il cinema e le serie TV non sono solo "Scarlett diva" e gli sceneggiati RAI, e che i libri non sono solo quelli di Moccia e Fabio Volo. Se ci penso, è stato bello rivalutare lo stato di salute della cultura italiana anche perchè, in una buona parte dei casi, a farmi conoscere delle belle opere sono stati i miei amici dell'Università: vien da sè che questo ha ulteriormente facilitato il trionfo dei buoni sentimenti e del volemmose bbene anche per i prodotti della cultura nostrana. Per questo motivo vi scrivo oggi: è forte il bisogno di di consigliarvi alcune opere che ho apprezzato in particolare:

-La saga di "Ratman" di Leo Ortolani. Grazie al mio amico Alberto ho messo le mani per la prima volta sulle storie di Ratman questa primavera, e da questa primavera mi chiedo come avessi fatto prima a vivere senza. Mi dispiace molto non avere conosciuto prima Ratman: ai tempi del Liceo, nei periodi di astinenza dalla Gialappa's Band, sarebbe stato molto utile per appagare il mio bisogno di umorismo balordo di qualità. Leo Ortolani in effetti ha creato un mondo veramente originale e irresistibile, pieno di personaggi che sbarellano, idiozie in quantità e persone che vanno a trans (beh, forse non è così originale se penso al Parlamento): non mi potevo aspettare diversamente da un uomo che, sentendosi chiedere se il successo gli avesse dato alla testa, ha negato dicendo di essere sempre il solito ragazzo di Betlemme.

Un Ratman disegnato da me ruotato di 90° a destra. Non ho idea perchè non me lo carichi in una posizione compatibile con la stazione eretta, così sembra solo felice di schiantarsi al suolo: forse questa problematica è legata al fatto che ho modificato l'immagine con Paint, perchè ho dovuto cancellare il segno delle palpebre sotto gli occhi che rendevano Ratman un po' Elio di Elio e le Storie Tese, un po' Raimondo Vianello.

-I romanzi storici di Wu Ming. Credo che i romanzi storici siano il mio genere preferito di libri, ragion per cui quando il mio amico Adriano mi aveva parlato di un gran bel libro ambientato durante gli anni della Riforma luterana sapevo che prima o poi gli avrei dato un'occasione. "Q" in effetti è stata una delle mie letture preferite di questi ultimi anni, e ha dato il via alla lettura degli altri romanzi del collettivo di scrittori noto prima come Luther Blisset e poi come Wu Ming (in realtà la composizione dei due collettivi non è proprio identica, però vabbè). Si tratta infatti di lavori a più mani, il che rende il risultato ancora più sbalorditivo visto che le storie sono molto avvincenti e scritte in tutte le loro parti con lo stesso registro stilistico, eccetto forse "L'armata dei sonnambuli" in cui però è una scelta appropriata per motivi che non vi sto a dire: la fluidità del racconto viene così garantita, e mi chiedo perchè non siano stati tratti ancora dei film o delle serie TV dai loro racconti. I membri di Wu Ming sono artisti poliedrici, e uno di loro ha scritto degli articoli molto interessanti sul Nord-Est italiano e la Grande Guerra pubblicati su "Internazionale" (qui c'è il link che rimanda agli articoli).

La Q in questo caso indica il nome del libro di Luther Blisset, in tutti gli altri casi invece sarebbe stata una semplice lettera dell'alfabeto un po' sbilenca.


-Concetta Licata, regia di Mario Salieri. Non sono un appassionato del genere, però me l'ha consigliato Silvio, mio compagno di classe per un giorno, durante una lezione sulle glomerulonefriti. Silvio a quanto pare ne capisce di questa roba, perchè mi ha detto che con Selen vado sul sicuro, poi è dovuto tornare ad Arcore e non l'ho più visto in classe ma il suo consiglio me lo porterò tra i miei ricordi più cari legati all'Università. Prova attoriale di alto livello, mi ha fatto capire quanto possa essere difficile combattere contro la mafia quando devi farci sesso. Interpretazione di Angela Pintus FA-VO-LO-SA... Grazie ancora Silvio!!!!

E ci siamo capiti.

PS: dei riferimenti a Giusy Ferreri, Scarlett Diva, gli sceneggiati RAI e i libri di Moccia e Fabio Volo parlo con cognizione di causa in tutti i casi tranne Fabio Volo. In quest'ultimo caso mi sono basato sugli stati del profilo di facebook presi dai suoi libri.

PPS: dei riferimenti a Concetta Licata mi sono basato su quanto scritto qua, non so nemmeno se parla di mafia perchè mi sono basato solo sul titolo per il mercato francese "Concetta contre la mafia"... Per quanto riguarda l'interpretazione di Angela Pintus mi sono invece basato sull'immagine dell'attrice che si trova sempre nello stesso link.

PPPS: davvero Silvio Berlusconi è entrato in classe durante una lezione sulle glomerulonefriti, e davvero era molto vicino a me, così vicino che non ho potuto fare a meno di pensare che GQ ha ragione da vendere quando dice che l'uomo più sexy del mondo è David Gandy seguito subito dopo da lui. Per quanto riguarda il consiglio del pornazzo, non me l'ha articolato a voce ma, incontrando il suo sguardo, credo fosse quello che volesse dirmi con gli occhi.

giovedì 20 agosto 2015

Ho visto cose abbozzate male o venute uno schifo che voi umani non potete immaginare

L'Università insegna che in corso di depressione si assiste a una vera e propria attrazione verso il polo negativo della realtà: con questo termine si intende che ogni evento o situazione viene vissuto o interpretato dal paziente in maniera pessimistica, o comunque in modo più negativo rispetto a quanto farebbe una persona non depressa. 
Ciò che l'Università non fa è definire la natura della realtà che invariabilmente attrae me. Io non sono depresso nè maniacale, e in effetti non ho idea del nome più appropriato da affibbiare a quel polo della realtà ricolmo di riferimenti a personaggi disperati della TV, film di merda, Andrea Diprè, figure da rincoglioniti, scorregge in pubblico, animali impagliati male e tutte le altre cose ostentate seppur improponibili che esistono in natura.



Si può parlare di polo "spazzatura" della realtà, o polo "programmi osceni della mia infanzia che si ripropongono in automatico nella mia mente" della realtà, o polo "vecchi che cercano di bersi l'etilometro anzichè soffiarvici dentro" della realtà?
Purtroppo nè io, nè evidentemente la Psicologia e la Psichiatria sappiamo rispondere a questa domanda. Sta di fatto che l'impresentabile pennella sulla tela della mia vita i colori che più mi affascinano da quando mi è stato diagnosticato quel disturbo di personalità che molti chiamano adolescenza: non riguarda solo i momenti più divertenti o esaltanti, ma permea ogni aspetto della mia vita. 
Questo può suonare come una condanna terribile, perchè avere come termine di paragone prodotti scadenti o persone miserabili e ridicole potrebbe rovinare quanto di veramente bello e apprezzabile c'è da scoprire. Io credo però che si diventa in un certo modo in base al proprio vissuto, ragion per cui, se penso al mio passato, non considero assolutamente questo aspetto un problema da risolvere nè una caratteristica da eliminare una volta per tutte: per quanto visto e vissuto sin da bambino, era naturale sviluppare una forma mentis tesa ad esaltare il ridicolo e il fuorviante, ragion per cui non posso biasimarmi se mi ritrovo a citare il più delle volte stronzate o cose capaci di fare crollare il livello di un discorso dalle stelle al vomito dentro un lavandino. Questo non significa che sia incapace di dare il giusto valore a ciò che merita: semplicemente, rispetto alla media credo di fare più paragoni tra capolavori e schizzi di diarrea che tra capolavori e capolavori.

Per esempio, in questi giorni ho finito di leggere "Neuromante" di William Gibson, un romanzo fantascientifico che ho trovato faticoso quanto affascinante. Entrare nel mondo distopico raccontato in questo libro è complicato, perchè la prosa di Gibson sfrutta numerosi neologismi e termini informatici che rendono difficile la piena comprensione di quanto viene raccontato: lo stile di "Neuromante" sarà più complesso di quello a cui sono abituato, e ciò è un punto di forza di questo romanzo perchè dà l'idea che la narrazione venga portata avanti da un uomo del futuro che parla in un modo simile al nostro seppur diverso, in quanto arricchito da nuove parole che rendono conto del progresso tecnologico: usando qualche parola che strizza un occhio ai computer e l'altro a "in realtà non so ancora cosa si intenda per proxy e tutte le altre parole che riguardano l'informatica quindi non biasimatemi ma io continuo a non capirci un cazzo di questi termini specialistici",una volta che si riesce a scardinare il firewall e ci si può concentrare senza problemi sulla storia è inevitabile appassionarsi a essa, e si capisce perchè questo libro sia il capostipite di un intero sottogenere fantascientifico (il cyberpunk) e sia stato considerato una fonte di ispirazione da hacker che puntano a fare attivismo informatico. Personalmente credo che un film tratto da questo libro possa essere potenzialmente bellissimo, soprattutto se capace di ricreare le ambientazioni della seconda parte della trama.

Ma perchè tutto questo bel papocchio quando si parlava del fascino che hanno per me le impurità e le cose assolutamente dimenticabili? Beh, naturalmente la mia recensione era necessaria per dirvi quanto segue.

DISCUSSIONE STANDARD SU NEUROMANTE

A: "Se ti posso dare un consiglio, leggiti "Neuromante" di William Gibson.
B: "Sì? Di che parla?"
A: "Non voglio svelarti troppi particolari, ti basti sapere che è un libro di fantascienza che tratta numerosi temi interessanti e che è stata una delle maggiori fonti di ispirazione per Philip K.Dick quando ha scritto "Do androids dream of electric sheep?""
B: "Pecore elettriche che?"
A: "Bitorzolo, sto parlando di "Blade Runner"!"
B: "Ah ok, figo! Grazie per la dritta!"
A: "Figurati! Fammi sapere poi cosa ne pensi!"

DISCUSSIONE CON ME SU NEUROMANTE

IO: "Ehi B, se ti posso dare un consiglio, leggiti "Neuromante" di William Gibson. Non ne resterai deluso, parola mia"
B: "Eh?"
A: "Hai presente il futuro distopico di Blade Runner? Ecco, a quanto pare il romanzo che ti sto consigliando è stato una grande fonte di ispirazione per Philip K. Dick, tanto che numerosi temi analizzati nelle due storie sono simili... Comunque ci pensi che Harrison Ford nella vita reale gira con l'orecchino anche se ha 70 anni? Ciò ai miei occhi me lo rende ancora di più un alcolizzato di provincia, a quell'età con l'orecchino ci vedo solo gli ubriachi nei pub..."
B: "Ok, ma io non ho visto Blade Runner nè so chi sia Philip K. Dick, Tu mi chiami B, ma io sono solo un barbone che ti ha chiesto dei soldi perchè non ce la faccio più a mangiare roba dalla pattumiera, capiscimi... Mai avuta nè rubata una TV per vederci i film"
IO:"Non hai visto Blade Runner? Mmm... Vabbè, senti, forse allora hai visto ai tempi di "Solletico" quel cartone che si chiama "ReBoot", di cui non mi ricordo nulla se non che c'erano dei personaggi blu in CGI che avevano numerose avventure dentro un computer e che mi davano l'impressione di essere così buggati da potere perdere le palpebre da un momento all'altro per rendere all'improvviso spaventoso un programma per bambini, e dove c'erano anche un robot di cui avevo il giocattolo e un cane che mi faceva schifo e chissà che cazzo combinava dentro un pc... Spero che adesso l'ambientazione del romanzo sia per te un minimo più chiara, anche se non ho idea perchè mi venga in mente un ammasso di pixel vecchio di 20 anni perchè in realtà non c'entra proprio nulla col cyberpunk. Capiscimi anche tu, sei un disperato, stiamo parlando di cose di cui non te ne frega nulla, è normale che mi vengano in mente programmi di merda, no?"



Da sinistra verso destra: Sandy Cohen, un cane fatto troppo male per non fare impressione, un membro della MS13 e la segretaria di Ghostbusters. Dietro sono apprezzabili un pc che ha fumato ganja e due piedi appartenenti a non so cosa che stanno su un bancone dove la gente blu magari ci mangia sopra. 

B: "Dammi del cibo, ti prego... Non ho idea di cosa tu stia parlando. Nutrimi e basta, non mangio da giorni!"
IO: "Ora che ci penso, sai che una volta il mio professore di Storia voleva fare il gradasso con una mia compagna straniera ma gli andò di merda? Siccome lei non sapeva ancora parlare bene l'Italiano, lui allora usava vocaboli forbiti per metterla in difficoltà, solo che una volta si è fregato con le sue mani e le ha detto in classe "Ma tu di cosa ti nutrisci?"
B: "Ho fame..."
IO: "Nutrisci, capito? HA!!!! Mica nutri, nutrisci ha detto! Fai conto che tutta la classe gli ha riso in faccia, il che è stato molto strano perchè in genere cercavamo di non metterci in cattiva luce con lui perchè incuteva timore reverenziale... Mi è venuto in mente perchè hai detto nutrimi"
B: "Credo che sia giunto il momento di tornare a farmi di colla"


PS: è' importante sottolineare un aspetto su "ReBoot": questo cartone mi lasciava piuttosto indifferente, il che rende il ricordo di "Reboot" ancora più inutile. Ciononostante mi è davvero tornato in mente poco dopo avere letto "Neuromante", e questo non può che essere molto triste per me, visto che l'unica cosa che hanno veramente in comune "Neuromante" e "ReBoot" non è parlare di realtà virtuale ma usare un sacco di parole di cui non conoscevo il significato.





venerdì 7 agosto 2015

Il Parco della Favorita

In un passaggio molto evocativo de "Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re", l'esercito dell'Ovest, guidato da Aragorn e in marcia verso il Cancello Nero, una volta raggiunto il Crocevia del Re Caduto, si fermò a contemplare lo stato di conservazione di quel luogo. Il punto di intersezione tra due importanti strade, che un tempo avevano garantito veloci collegamenti e fiorenti commerci tra Harad e l'Ithilien e tra Osgiliath e Minas Ithil,  era caduto in rovina dal momento in cui era passato sotto il controllo degli Orchetti di Mordor. 
In particolare, il monumento in pietra raffigurante un vecchio Re di Gondor era stato vandalizzato. La testa mozzata e sostituita con un masso con l'Occhio di Sauron disegnato, e l'intera superficie imbrattata da simboli osceni rappresentavano un terribile monito per chi aveva l'intenzione di resistere agli attacchi dell'Oscuro Signore: come questo luogo non ha resistito alla barbarie, allo stesso modo il resto del mondo dei popoli liberi soccomberà alle forze del Male, e ciò che di bello appartiene alla Terra di Mezzo verrà distrutto e dimenticato. 
La violenza ai danni di qualcosa che ti rappresenta può generare rabbia, dolore, desiderio di vendetta, tutte emozioni fini a se stesse se non controllate, ma Aragorn aveva sangue reale nelle vene e fu capace di reagire in modo esemplare al triste spettacolo di cui si era reso testimone: ordinò di ripristinare lo stato originario della statua. Il masso con l'Occhio di Sauron fu così rimosso, fu riposizionata la testa del Re di Gondor e anche i simboli osceni vennero eliminati. Agli occhi dell'armata dell'Ovest, un messaggio di morte e distruzione si tramutò così in uno di speranza, e Aragorn ordinò di riprendere il cammino per l'ultima battaglia contro le forze dell'Oscuro Signore in nome degli ideali dei popoli liberi.

L'area verde più estesa del Comune di Palermo è nota come Parco della Favorita o Real Tenuta della Favorita, anche se io l'ho sempre sentita indicare con il più immediato termine "la Favorita". Al suo interno, proprio come in Central Park a New York, viene percorsa da una strada molto trafficata che collega Palermo alla località balneare più importante della città, Mondello; a differenza di Central Park, la Favorita non è meta di amene passeggiate nella Natura nè costituisce un valido rifugio dalla frenesia e dall'inquinamento cittadino.
Il Parco della Favorita è, come altre zone della città, in completo stato di abbandono, probabilmente da così tanto tempo che pare impossibile una sua riqualificazione. Dopo innumerevoli volte in cui ho fatto con la famiglia avanti e indietro da Mondello attraverso questo parco, ho avuto piena consapevolezza delle condizioni penose in cui si trova la Favorita solo dopo averci fatto un giro in bicicletta due giorni fa. In effetti, la velocità e il mezzo di spostamento influiscono molto sul modo in cui vengono codificate le informazioni dall'ambiente circostante: un rettilineo noioso in macchina si trasforma in una strada faticosa perchè magari ha una pendenza a cui in precedenza non avevi fatto caso, e allo stesso modo il paesaggio che vedi cambiare rapidamente da dietro un finestrino diventa una lunga e lenta successione di alberi, lapidi commemorative di vittime di incidenti automobilistici... E, nel nostro caso, soprattutto rifiuti di ogni tipo. 
Quello che mi ha dato più fastidio nel pedalare all'interno della Favorita non è stato infatti il traffico, intenso anche alle 7 del mattino: purtroppo non esistono mezzi alternativi alla macchina ugualmente affidabili per raggiungere Mondello, e così, non potendo contare sui mezzi pubblici e mancando una pista ciclabile, è inevitabile vedere una quantità infinita di automobili che ti superano e scaricano i loro gas di scappamento sulla tua faccia... Dallo smog palermitano evidentemente non si può sfuggire, e allo stesso modo non si può sfuggire nemmeno all'incuria con cui viene gestito quello che dovrebbe essere il polmone verde della città. 
Ho provato una forte sensazione di disagio alla vista di quella distesa interminabile di cartacce, lattine, rottami e Super Santos bucati ai lati della carreggiata perchè, per la prima volta da quando passo per la Favorita, ho pensato che questo è un luogo senza speranza: avere l'impressione che l'area in teoria più salubre di Palermo sembra morente e notare che persino l'odore del luogo è sgradevole getta ombre sul futuro che mi immagino per la mia città natìa. È deprimente avere la prova che le cose brutte continuano a persistere nel tempo o diventano ancora più spiacevoli. A pensarci bene, non ho mai sentito nessun palermitano che invitava qualcun altro a fare una passeggiata in Favorita, segno che evidentemente questo parco già da molti anni non ha alcun fascino; è probabile che implicitamente lo sapessi pure io che non c'è nulla di particolarmente piacevole in questa zona di Palermo, visto che le volte in cui ho fatto riferimento alla Favorita non erano legate a fantomatici tuffi nella Natura ma alla presenza delle povere puttane che battono a ogni ora del giorno. 

Pare così che alcune situazioni sgradevoli siano condannate a essere le stesse, almeno in certi luoghi d'Italia. 
Del resto, come è possibile sperare in una riqualificazione quando tutto è immoto da troppi anni per poterci credere? Come si può credere che un giorno un posto come la Favorita venga riqualificato quando non c'è nessuno pronto a volere cambiare veramente le cose? Già mi immagino uno che come me si lamenta dello stato di incuria del parco più grande di Palermo, e mentre lo fa abbassa il finestrino per gettare qualche rifiuto dalla vettura in corsa. 
Il Crocevia del Re Caduto per Aragorn e i suoi uomini rappresentava una frontiera tra la civiltà e la barbarie, e ripristinare la sua struttura originaria equivaleva ad ampliare i confini della prima ai danni della seconda. Quando si parla di Palermo e dei suoi problemi, invece, mi pare che la situazione sia così compromessa che, vista la quantità esorbitante di cose che non vanno e sono lasciate a se stesse, cercare di migliorare il quadro sia inutile; posso anche togliere dalla statua del Re di Gondor i cazzetti disegnati dagli Orchetti o allontanare le puttane e i loro clienti dal piedistallo, ma rimarrò comunque circondato da barbari che in maniera inevitabile prima o poi ritorneranno a scrivere un vaffanculone gigante sulla fronte del monumento o pisceranno addosso sulla foto della prima vittima della strada capitata sotto tiro. 

Si può sempre obiettare che i personaggi del Signore degli Anelli, nonostante si trovassero in una situazione non proprio desiderabile visto che stavano per essere massacrati tutti, ne siano comunque usciti fuori. Allo stesso modo i problemi di Palermo, seppur gravi, potrebbero essere considerati risolvibili: in maniera ottimistica, la Favorita potrebbe quindi rifiorire al pari di Bosco Atro che dopo la caduta di Sauron divenne felicemente noto come Bosco Verde il Grande...Io purtroppo non sono così ottimista, essenzialmente per tre ragioni:

  1. Palermo non ha un Aragorn che la guidi da almeno 750 anni.
  2. I palermitani se fossero stati nella Terra di Mezzo si sarebbero probabilmente schierati con l'Oscuro Signore e avrebbero dato 61 deputati su 61 a Forza Sauron.
  3. La separazione delle forze del Bene da quelle del Male nel Signore degli Anelli è netta, ragion per cui lasciarsi alle spalle il Crocevia restaurato non portava grosse preoccupazioni. Al contrario, i palermitani devono difendersi da loro stessi perchè a Palermo convivono uomini liberi e Orchetti: tra questi ultimi, alcuni si sono reinventati parcheggiatori abusivi e sono facili da riconoscere, ma ce ne sono molti altri insospettabili che si sono integrati a una prima occhiata molto efficacemente nel tessuto sociale e sono quindi difficilmente identificabili fuori dai contesti in cui esplicano la loro natura. Non parlo necessariamente di mafia, ma dell'attitudine che hanno moltissimi a farsi esclusivamente i cazzi propri a discapito dei bisogni della comunità: questo atteggiamento lo si nota facendo la fila al bar, in macchina, anche camminando per strada... Per questo motivo il sospettuccio di mettere a posto il Crocevia palermitano e ripulire la Favorita da tutto lo schifo che la monda, per poi trovare dopo poco una scritta recitante "SUCA" con i soliti benefattori che si mettono a seminare rifiuti speciali dalle auto in corsa, mi permane.


PROTOTIPO DI ORCHETTO PALERMITANO N°1
Buongionno, la machina te la vedo io. I soldi per u cafè me li dai?
PROTOTIPO DI ORCHETTO PALERMITANO N°2
Gran funciazza di minchia, se non mi giuri che ero a fare la fila prima che arrivavi tu  anche se non è vero ti arrumpo a face, anche se sei mio nipote.

PROTOTIPO DI ORCHETTO PALERMITANO N°3
Ma che minchia vuoi!!!! Se ti supero da destra con moglie e cinque figli in scooter con me e muoiono tutti questo secondo te succede perchè sono un cafone fuorilegge e nessuno di noi indossava il casco omologato?! La colpa è tua che ci sei venuto addosso... Figlio di pulla, ora ti piglio a boffe finchè non sanguini!


martedì 28 luglio 2015

La metro delle 8,57 (II)

Svegliarsi la mattina per andare in Università fa sempre più schifo. So di avere già espresso questo concetto, però provo davvero la morte nel cuore nel dovermi alzare dal letto dopo una giornata passata tra reparto, lezioni che non finiscono mai e studi di argomenti interminabili (e uscite con amici, e imprevisti vari che mi fanno dormire molto meno di quanto vorrei). Il problema di tutta questa faccenda è che gradualmente mi sveglio sempre più tardi per presentarmi alla lezione delle 9, ed è ormai consuetudine entrare a lezione già iniziata. Questo il più delle volte porta a non capire niente dell'argomento spiegato, evento di certo non così terribile visto che è una cosa condivisa col 95% degli studenti universitari in una classe: il reale problema è che adesso di questo trend non me ne frega più nulla, ma per non anticipare nulla prima del previsto, del motivo di questo cambio di atteggiamento ho deciso che parlerò in seguito. 

Quando suona la sveglia alle 8,10 e la rinvio una, due, tre volte, so che oltre le 8,40 non posso procrastinare l'alzata dal letto perchè poi finisce che manco arrivo in tempo per farmi convalidare la presenza a lezione: questo è un potenziale problema perchè dopo un certo numero di assenze viene preclusa la possibilità di potere sostenere l'esame, dovendo così seguire di nuovo il corso l'anno successivo. Io arrivo in genere entro 20 minuti dal termine ultimo per convalidare la presenza (il margine di sicurezza è in previsione del giorno in cui mi addormenterò sulla metro e sarò così costretto a uscire a una qualsiasi fermata successiva a quella dell'Università), ma ultimamente per via di questi ritardi mi sono ritrovato a fare corse frenetiche per non perdere l'ambita convalida.

L'ultima corsa contro il tempo di cui mi sono reso protagonista, e che rappresenta lo spartiacque della storia che vi sto per raccontare, è iniziata nel momento in cui ho spento la sveglia dopo averla rinviata per la terza volta e mi sono svegliato per caso alle 8,50. La sensazione di orrore è stata duplice, in quanto legata sia a tutte le ore di sonno aggiuntive che mi sarei concesso in assenza di quellacazzodilezionechechicazzolodecidechevannofatteallenoveenonaoraripiùcristianitipoledodici, sia alla velocità folle che dovevo mantenere nel prepararmi, raggiungere la metro, menarmi con gli altri passeggeri e fuggire verso l'Università con pezzi di pelle altrui sotto le unghie e qualche frattura costale. Correvo verso la  metro come un forsennato, e nel mentre mi stringevo la fidata bandana da guerra sottratta a un cuoco giapponese a seguito di una memorabile scazzottata. Se speravo di prendere in tempo la metro delle 8,53 non dovevo in alcun modo passare dai tornelli, rinunciando alla consegna dell'arma in dotazione per la conquista del posto che spetta di diritto a ogni abbonato dell'ATM. Decisi quindi di saltarli e impugnai il tirapugni custodito in tasca, dopo avere vissuto un momento di scoramento perchè le armi fornite in dotazione erano validissime scelte (lo scudo antisommossa, il piede di porco e il gatto a nove code decidono di distribuirli una volta al mese in un giorno random... Una bella sfiga la mia, insomma); ciononostante, non rallentai la corsa e puntai la banchina della metro.

Arrivato quindi alla banchina, divenni all'improvviso spettatore di una cruenta carneficina che si stava consumando di fronte alla vettura che avrebbe dovuto ospitare dei passeggeri e non degli invalidi di guerra. La mattanza non faceva esclusioni di genere, età e ceto sociale: vedevo mamme che caricavano con i passeggini file di inermi turisti, mentre muratori e liceali si menavano sfidandosi a suon di bestemmie e i disperati che volevano scendere dai vagoni venivano ricacciati indietro dalle cariche di chi voleva entrare. In genere queste scene non mi destano grande preoccupazione perchè sono sempre riuscito a farmi valere sul campo di battaglia; purtroppo la corsa forsennata mi aveva debilitato quel tanto che bastava per non riuscire a fronteggiare degnamente l'esodata che mi aveva assalito. 

60 anni portati malissimo, stazza imponente, vesti scolorite di almeno 10 anni: questo mastino manteneva la posizione di fronte all'ingresso del vagone, roteando il gatto a nove code prima di calarlo all'improvviso su chi tentava di entrare nel vagone e fare volare schizzi di sangue dappertutto. L'esodata lottava tenacemente per assicurare una via di ingresso a un suo caro: lo capivo dallo sguardo preoccupato che rivolgeva per brevi momenti  tra una sferzata e l'altra all'ascensore, che presumibilmente trasportava qualcuno a cui lei teneva particolarmente. Un passeggero dopo l'altro era caduto sotto i colpi inesorabili dell'esodata: ora era il mio turno, e l'avevo capito perchè gli occhi della predatrice si erano posati su di me. 

Non riesco a trovare un'immagine che renda giustizia all'esodata, ragion per cui ho deciso di metterci un Sandro Mayer che non ha mai fatto male a nessuno

Sentire donne in menopausa sovrappeso che urlano il loro grido di battaglia guardandoti negli occhi è un'emozione avvilente, e pur sapendo che sarei stato sconfitto avevo cercato di avvicinarmi più volte a quel fottuto ingresso prima di ritornare sui miei passi per schivare i colpi dell'esodata: conscio che i combattimenti erano terminati lungo tutta la banchina tranne che in corrispondenza del vagone difeso dall'esodata e che non avevo più un secondo da perdere se volevo arrivare in tempo per la convalida della presenza, maledii per l'ennesima volta la mancanza dello scudo antisommossa che mi avrebbe fatto molto comodo quella mattina e feci un placcaggio disperato sulla donna spingendo entrambi dentro il vagone... Mi trovavo sulla metro: ce l'avevo fatta!!!! 

[ora il font cambia per simboleggiare quanto fossi rimasto tramortito dopo avere usato le ultime forze che mi restavano, non perchè non so cosa sia successo all'impaginazione del post ed è diventato tutto con un interlinea maggiore]

C'è da dire che purtroppo la mia era stata una mossa efficace ma stupida, perchè l'esodata non aveva nulla da perdere e si trovava evidentemente in uno stato di furore bellico che non le faceva sentire nessun colpo andato a segno. Nonostante le dolorose fratture facilitate dall'osteoporosi che le avevo provocato, come un berserkr si liberò velocemente della mia presa e, prontamente rialzatasi, con la bocca schiumante, l'esodata mi prese da sotto le ascelle mentre ero ancora disteso, mettendomi con la pancia verso l'alto e spostandomi fino a portare la mia testa all'altezza dell'ingresso del vagone: dopo avermi posizionato in questo modo, si sedette su di me per assicurare la mia immobilità. Fu allora, da inerme mentre osservavo il folle sorriso che mi rivolgeva, che capii il suo piano. 

Gli scontri sulla banchina erano cessati nel momento in cui, placcando l'esodata, l'avevo spinta dentro il vagone, e i sopravvissuti ormai erano entrati tutti nei vari scompartimenti, compreso il marito dell'esodata che assiso sulla sua carrozzina imbottita di tritolo guardava me e la moglie e rideva sguaiatamente pensando alla mia imminente morte. Presto i conducenti del mezzo infernale intorno al quale mezza Milano si mena ogni giorno non avrebbero avuto più motivo di ritardare la loro partenza, e nel momento in cui si sarebbero chiuse le porte dei vagoni pezzi del mio cranio avrebbero garantito una colazione gratuita all'esodata e al consorte (a Milano pure la colazione costa tanto), nonchè la fine della mia vita... 

Nelle pupille midriatiche dell'esodata vedevo l'Abisso nel quale stava per farmi sprofondare.

Era chiaro che dovevo fare qualcosa per salvarmi, ma qual era la soluzione alla situazione disperata in cui mi trovavo? 
...
Cazzo, avrei dovuto scegliere l'opzione d) accennata nella prima parte di questo racconto!!!!

venerdì 1 maggio 2015

La passeggiata in via Monti

La zona vicina alla stazione Cadorna di Milano è una delle mie mete preferite per passeggiare: uscito dall'omonima fermata della metropolitana, di solito imbocco via Boccaccio per guardare le vetrine di un negozio di bonsai e fare subito sosta da Shockolat. Dopo avere mangiato più gelato di quanto dovrei, svolto a destra in via Monti. 
Via Vincenzo Monti è una strada con numerosi edifici signorili, ma ciò che mi piace di più quando cammino lungo i suoi marciapiedi è l'ombra assicurata dai tanti alberi a tutte le ore del giorno: le chiome verdi in primavera risaltano la bellezza della via, che secondo me è un esempio riuscito di integrazione tra natura e architettura... Non proprio quello che si aspetta chi ha il pregiudizio di Milano come città grigia! Proseguendo lungo la strada do un'occhiata alle vetrine dei negozi: non ho comprato mai niente in questi punti vendita, ma catturano comunque il mio interesse vendendo articoli particolari e non essendo degli Zara o degli H&M qualsiasi. 
Dopo avere superato l'incrocio con via Saffi, in genere giro a sinistra e entro così in via Rodani: se via Monti mi piace molto per i motivi spiegati prima, credo che via Rodani sia una delle strade che preferisco in assoluto qua a Milano, perchè è stata la prima che mi ha dato modo di pensare che una vita a misura d'uomo è possibile anche nelle grandi città (sempre se hai abbastanza soldi). Tralasciando le disponibilità economiche necessarie per abitare in questa strada, ciò che mi colpisce di più è il silenzio di questa via unito ai bei palazzi sulla sinistra e ad alcune villette con giardino che reputo veramente meravigliose sulla destra: con mia cugina e alcuni miei amici avevamo supposto che alcune di queste fossero sede di consolati, in ogni caso mi piacerebbe un sacco vivere da quelle parti, e in particolare sarebbe bello farlo in una di queste villette. Quando sono in via Rodani, a seconda del tempo che ho a disposizione, degli impegni incombenti e di come sostanzialmente mi gira in quel momento, decido di continuare per la via, svoltare a sinistra e arrivare fino a Santa Maria delle Grazie, o in alternativa prendere la prima svolta a destra, superare via XX Settembre e gironzolare dalle parti di Santa Maria Segreta, ricca anche questa di palazzi e ville da ammirare.

Vivere a Milano non è semplice, come non è semplice vivere in ogni grande città: effettivamente, il vero problema è che non è semplice vivere. Io credo che, anche se abiti in un posto che è più o meno invariabilmente descritto da tutti come una mezza schifezza, tendi a riabilitarlo apprezzando un certo aspetto piuttosto che un altro: il paesaggio della Valdinievole e le città toscane occupano i primi posti nella graduatoria di posti che più amo, ma anche se probabilmente nulla le spiazzerà dal mio cuore, essendo i luoghi in cui sono cresciuto, non è giusto che mi accorga solo dei lati negativi dell'abitare a Milano. C'è il caos, girare in macchina è un vomito inarrestabile, sconosciuti fanno intendere livelli di esaurimento  nervoso ben più gravi di quelli a cui sono generalmente abituato, e da quando abito in città ogni volta che mi lavo (fortunatamente questo succede solo una volta ogni due mesi più o meno) con l'acqua così ricca di carbonato di calcio da far rabbrividire mi si irrita la pelle; ciononostante, per me Milano non è solo questo, ma è anche la passeggiata in via Monti, gli amici, i parchi, Mami, Spontini, il negozio che vende i Lego minifigures, i reparti in cui cerco di diventare un medico decente. 

Insomma, c'è sempre qualcosa da salvare da ogni esperienza.

Purtroppo, oggi sento parlare di cortei contro l'Expo, e sento parlare di una minoranza di manifestanti che ne hanno approfittato per mettere a ferro e fuoco alcuni quartieri: accendo la TV, e vedo via Carducci, una strada che conduce alla stazione di Cadorna e che incrocia via Monti in un punto più a sud rispetto alla passeggiata che vi ho descritto prima. La violenza è sempre da condannare, soprattutto quando è frutto di un'ideologia distorta: vedere però degli incivili che danno fuoco alle macchine, lanciano molotov, calciano fumogeni e si dirigono proprio in via Monti, nella direzione che di solito prendo io quando passeggio vicino alla stazione di Cadorna, mi ha fatto sentire proprio a disagio, come se distruggendo quella zona la violenza l'avessero fatta a me. 
Io non so se hanno divelto segnali, se hanno distrutto qualche vetrina che ogni tanto mi fermo a guardare o se sono fuggiti in via Rodani a spaccare bottiglie in testa a qualche fantomatico console; non so nemmeno se hanno fatto irruzione nella gelateria, hanno mangiato del gelato e poi hanno dato fuoco al locale facendo squagliare tutta quella bontà infinita. Quello che so è che oggi uno dei motivi che mi fanno amare questa città forse non sarà più lo stesso per un po' di tempo, e che della gentaglia ha compiuto violenza non solo su chi si è visto bruciare la macchina, distruggere il negozio o imbrattare il muro del condominio, ma anche su di me e su chi ama il bello delle cose.

PS: naturalmente è solo grazie a Google Maps che sono contenuti in questo post i nomi delle vie anzichè nominare  "quella strada lì" o "la strada con le case" o "la cosa lunga senza robe di sopra dove passano le macchine sopra". Altrettanto naturalmente, il nome di via Monti invece lo conoscevo già.
PPS: per le parole mi sono affidato allo Zanichelli, non conoscendo praticamente nessun sostantivo della lingua italiana. Fino a oggi non conoscevo la parola "edificio", rimediando con "cosa con le pareti a più piani e una roba che copre sopra".

giovedì 12 marzo 2015

La sindrome di Francis Ford (I)

Mi sento molto dispiaciuto se penso che sto riaggiornando il blog solo adesso a distanza di settimane, ma non poteva essere altrimenti: purtroppo la mia assenza è stata causata da problemi di salute che hanno messo a repentaglio la mia vita. Sarà difficile ripercorrere i vari passaggi intercorsi durante questi quasi 20 giorni lontani dalla vita di tutti i giorni, ma ho scelto di raccontare tutto per rispetto dei miei numerosi lettori e, soprattutto, per lanciare un monito prevenendo altre potenziali disavventure come quella capitata a me.

So che diventare famoso ha i suoi lati negativi, lati negativi che, dopo avere aperto questo blog ampiamente pubblicizzato e apprezzato pressochè da chiunque, sto sperimentando sulla mia pelle: per carità, firmare autografi lo faccio volentieri, lo stesso dicasi per le foto con le mie fan minorenni sovrappeso dell'hinterland milanese, ma non è che vivo per fare solo queste cose! Purtroppo essere un personaggio noto è anche questo: diventi riconoscibile agli occhi di una moltitudine eterogenea di persone pronta ad ammirarti, salutarti, riderti in faccia, sputarti addosso o chiamarti col nome di un altro personaggio famoso. 

Era importante premettere questi aspetti veri della mia vita, perchè così diventa quasi banale dire che il mio aspetto fisico è ampiamente conosciuto da molti di voi; rivolgendomi a quei pochi che si fossero persi quel gran bel tulipano sbocciato con i pistilli rivolti verso il cielo che io sono, è giusto che sappiano che il mio fenotipo è all'apparenza inusuale per un siciliano. Infatti, sebbene sia nato a Palermo, ho delle caratteristiche fisiche non comuni per l'abitante della Trinacria che tutti noi abbiamo bene a mente: ho iniziato a radermi per necessità durante l'adolescenza e non a 3 anni, sono ben più alto di un metro e cinquanta e la mia carnagione non ha tonalità riconducibili al cuoio invecchiato; inoltre non ho le orecchie a punta e non possiedo la capacità di diventare invisibile. 
Curioso, vero? Ancora più curioso è il fatto che ho preso una caratteristica dai gloriosi popoli dell'Africa centrale di cui però non voglio parlare più di tanto per ora; basti dire che, se rispetto al siciliano medio le mie caratteristiche sembrano più scandinave perchè semplicemente una buona parte del mio patrimonio genetico è stata ereditata dai Normanni o da qualche Svevo venuto al servizio di Federico II, la mia grande dote africana è molto più difficile da spiegare, e per questo mi piace pensare che i 12 cm di diametro siano un dono raro che mi ha voluto fare Madre Natura.

La Scienza del resto ci insegna che non tutte le caratteristiche fenotipiche si possono spiegare con i soli fattori genetici, ma molto spesso intervengono fattori ambientali che non sempre sono identificabili: i geni normanni che mi avrebbero garantito un'altezza ragguardevole non mi sarebbero probabilmente serviti a nulla nel XIII° secolo, visto che la mancanza di una dieta inadeguata dal punto di vista nutrizionale mi avrebbe comunque condannato ad essere più basso del Piccolo Lucio... Allo stesso modo quei 12 cm sono stati raggiunti perchè, probabilmente, a un certo punto della mia esistenza ho combinato qualcosa comune nelle savane ma eccezionale alle nostre latitudini, tipo mangiare le antilopi o farmi crescere la criniera, che so: in soldoni, un fattore ignoto  mi ha permesso di diventare un recordman, in maniera del tutto imprevedibile sulla base delle attuali conoscenze.

Beh, cari i miei lettori, è stato proprio un fattore ambientale a causarmi la gravissima malattia da cui ancora non mi sono completamente ristabilito, e oggi ve ne parlerò con dovizia di particolari, un po' come fece Oliver Sacks dopo l'intervento per un melanoma oculare. Sarà importante parlarne, ma sarà ancora più importante che voi recepiate il messaggio: basta poco per fare prevenzione primaria di questa ignominiosa malattia che non smetterò di odiare da qui al resto della mia vita.



Sto parlando della bastarda.



Sto parlando della perfida.


Sto parlando della esuberante (aspettate, questa parola non ha necessariamente un connotato negativo, fatemene pensare un'altra)  

 Sto parlando della merdosa!!!! (ora sì che ci siamo!)







Sto parlando della sindrome di Francis Ford.





PS: prima che pubblichi il secondo capitolo di questa storia maledetta passerà un po' di tempo perchè devo fare ancora qualche ciclo di terapia, nel frattempo vi faccio vedere con orgoglio i miei 12 cm di diametro... Non mostrateli a madri e fidanzate, mi raccomando: non sarò responsabile delle loro azioni eheh!




























In teoria il disco labiale è una cosa da femmine, è vero, però secondo me sono tipo i leggings per i maschi: prima o poi verranno entrambi valorizzati degnamente come prodotti unisex. Se mi vedete nero non è perchè prima vi ho mentito sulla carnagione; in realtà ho usato un particolare filtro su Instagram e sono uscito così, sono scomparsi pure i capelli e i vestiti... Certo che quel selfie in corso Buenos Aires è stato proprio stravolto... Vabbè, poco male.

lunedì 23 febbraio 2015

Sto aspettando che mi esploda la testa



Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa oggi, davvero... Purtroppo il mio sguardo si è posato su un potentissimo totem a forma di cane che ha prosciugato la mia volontà, e adesso mi sento obbligato a fissare quest'immagine fino alla mia morte.
Arrivederci e baci.

mercoledì 4 febbraio 2015

Giorni non facili

Questi non sono stati giorni facili per me. La spiegazione potrebbe sembrare difficile da trovare, almeno all'apparenza: effettivamente, ci sono vari motivi per cui dovrei essere di buon umore:
  1. In queste ultime due settimane ho visto molte persone a cui tengo molto, e con loro ho vissuto dei momenti di quieta felicità, cosa che per uno studente universitario in periodo di esami non è poi così semplice... Ma niente, questi non sono stati giorni facili per me comunque: con questo andazzo, morire solo, povero e pazzo è una situazione probabile.
  2. Il magico Palermo ha vinto col piglio da grande squadra una partita tosta iniziata nel peggiore dei modi, confermando di essere una delle migliori compagini del campionato; rivedere lo spirito combattivo che mancava dai tempi di Delio Rossi è veramente fantastico... Ma no, questi non sono stati giorni facili per me, quindi pure la passione calcistica è passata in secondo piano e non ha migliorato il mio umore.
  3. Ho dato il settantacinquesimo esame della mia carriera universitaria. Vedere che mi restano solo altri quarantasette esami mi infonde speranza perchè vuol dire che ci sono quasi; se devo essere sincero non so cosa succederà dopo la laurea, visto che l'atrofia muscolare legata alla carenza di movimento mi obbliga a girare in carrozzina e la balbuzie è diventata così grave che è impossibile parlare e mi esprimo solamente con la scrittura. In ogni caso vivo in funzione del grande giorno, quando dopo la proclamazione riceverò la tanto agognata iniezione letale o il colpo di fucile sulla nuca. Ricordo però che questi non sono stati giorni facili per me, ragion per cui tutte queste belle speranze sono passate in secondo piano.
  4. L'America l'America, Bobbe Malle Bobbe Malle, aveva tutta la piantagiona, aveva tutta la casa verde, oh-yo-yo, zip-zip-zip, Bobbi Bobbi Roberto Roberto, un joint è uno spinello, abbillò tutto molto bello. Questi non sono stati giorni facili per me, quindi la regina elisabetta e il primo nome dei bitols i blaia
La mia profonda amarezza è legata all'elezione del Presidente della Repubblica, e in particolare alle aspettative che riponevo su Giancarlo Magalli. È proprio una stronzata da dire, ma a furia del lavaggio del cervello a cui ci siamo sottoposti tutti quanti e che ci ha portato a identificare nel conduttore de "I fatti vostri" un idolo indiscusso, io mi ero immaginato un epilogo degno per l'intera vicenda, con tanti voti buttati a suo favore. Invece, il nome che doveva raccogliere l'eredità dei vari "Maradona", "Sabrina Ferilli", "Topo Gigio" e che aspirava a essere scandito più e più volte dalla Boldrini per la gioia nostra, di Adriana Volpe e di Paolo Fox, si è visto assegnare un solo voto.

Quando l'ho saputo, ho provato dapprima pietà per il povero Magalli, e ho pensato a quanto bisogna essere stronzi nello scegliere come candidati robe come "Ezio Greggio", "Topo Gigio", nonchè quanto bisogna essere Razzi nel votarsi da soli; in seguito, ho provato un profondo scoramento perchè il solo avere sperato che alla guida dello Stato ci fosse Magalli, uno che la mattina per lavoro fa giochi a premi con settantenni ipoacusici e intervista disperati random con problemi a caso, mi lascia presagire che ho completamente il cervello in pappa.

A mia parziale discolpa, è difficile in questi anni dare il giusto valore alle notizie. Grazie al web qualunque tipo di informazione è facilmente fruibile, e la sua importanza è legata non tanto al tema trattato, ma al numero di visualizzazioni e condivisioni che genera l'argomento: anzichè scrivere questo post, potrei benissimo mettermi a leggere qualche nozione interessante su Wikipedia, oppure cercare un puccioso articolo del Corriere: http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/15_febbraio_04/atchoum-gatto-peloso-fenomeno-rete-425ce954-ac4f-11e4-88df-4d6b5785fffa.shtml
Infatti, a differenza di quanto avvenga per esempio per le pubblicazioni scientifiche, all'interno di un sito web di informazione si passa dalla politica a Belen, dal calcio agli eventi culturali in programma con una facilità disarmante, spaventosa: cosa è realmente importante al giorno d'oggi? Non può ridursi a una sola questione di gusti il valore di una notizia.

Con questi presupposti, tutte le interviste a Magalli di questi ultimi giorni hanno generato delle aspettative nei suoi confronti che non sono in alcun modo giustificate dalla realtà dei fatti. Se anche trollare finisce col diventare una cosa da prendere sul serio, vuol dire che siamo arrivati a dei livelli preoccupanti di deficit cognitivo... Fortuna ha voluto che lo stesso Magalli, dopo la prima votazione e i primi commenti riguardanti il suo fantomatico flop, abbia fatto un finto discorso di insediamento, degna conclusione di un atto goliardico eccezionale che ha riportato la vicenda alla dimensione che le competeva.

Tutto questo mi ha insegnato per la trecentosessantaseiesima volta che, per quanto possa essere insensibile al fascino del gatto Atchoum o del gossip, anch'io come tutti gli altri tendo a dare importanza a minchiate che mi fanno trascurare cose più importanti: nel mio caso, se da un lato non mi sono perso un'intervista del mio simpatico beniamino sovrappeso, d'altro canto dei candidati reali al Quirinale non mi sono informato quanto avrei potuto... Ed è così che si perde la bussola.

Sprecare il proprio tempo in minchiate diventa una disgrazia nel momento in cui non si riconosce più la minchiata come tale ma come qualcosa di più, e questa storia ne è un lampante esempio. Per fortuna, in questi giorni alcuni miei amici toscani che suonano insieme da 8 anni, i Piqued Jacks, hanno lanciato il loro ultimo disco. Loro secondo me sono davvero bravissimi e danno l'impressione di curare al dettaglio ogni pezzo per creare un'atmosfera speciale grazie alle loro canzoni; non vanno in TV nè fanno interviste a Visto o a Di Più, nonostante la loro esperienza musicale sia stata fin qui molto interessante e abbiano pure suonato all'estero: probabilmente in questi giorni leggendo il sito del Corriere non troverò articoli dedicati a loro, e sono abbastanza convinto che sui rotocalchi Francesco non venga considerato quanto Emma Marrone o il gossip non si interessi di Andrea come fa con Valerio Scanu... Beh, questo non è importante: la sensazione di sentire musica vera ce l'ho quando ascolto "Reign of clouds", non "Tappeto di fragole" dei Modà, e il mio tempo è decisamente ben speso a sentire i loro pezzi (se vi va di sentire le loro canzoni questo è il link http://piquedjacks.bandcamp.com/album/climb-like-ivy-does)...

... Peccato che non sia sempre così semplice dare il giusto valore a quello che facciamo e sentiamo. Cercherò di evitare nuovi sbandamenti idioti, ma adesso vi devo salutare perché ho da fare: ci sono video di Diprè e di animali domestici che fanno cose stupide ad aspettarmi per le prossime quindici ore.