domenica 26 ottobre 2014

I coniugi Brambilla (parte 1)

Il giovane ce l'aveva fatta, per l'ennesima volta.


Molte persone si lamentano, e a ragione sicuramente, dei disservizi causati da Trenitalia: ritardi, cancellazioni e dissidi col personale sono il fulcro dei numerosissimi resoconti di pendolari e viaggiatori occasionali, racconti che, per quanto vari possano apparire, condividono la stessa morale: Trenitalia fa schifo.

Era chiaro a tutti che i disagi causati dalle ferrovie italiane ai suoi passeggeri fossero innegabili, ma il giovane non si era mai troppo occupato di queste faccende, perchè sapeva di essere in debito. 
Il numero di treni presi per miracolo perchè partiti più tardi del previsto e di coincidenze azzeccate era troppo alto per potere essere enunciato al resto della sofferente popolazione: il giovane, ancora madido di sudore per essere riuscito ad acciuffare l'ennesimo treno in partenza in extremis, sorrideva pensando al segreto privilegio di cui godevano lui e forse altri 3 o 4 abitanti di tutta Italia, e così, salutato l'accigliato passeggero di fronte a lui, si preparava a sfruttare le due ore di viaggio nel modo più proficuo possibile leggendo un libro.

Il treno era già partito da qualche minuto, e il giovane aveva momentaneamente rinviato l'inizio della lettura per consolare goffamente l'accigliato passeggero: c'era assoluto bisogno che quel treno giungesse a destinazione in orario, e  no, non era possibile accumulare 10 minuti di ritardo ancora prima di avere lasciato la stazione di partenza, trenitaliadimerda! 
Mentre il giovane tentava di placare l'accigliato passeggero con improbabili "Mi dispiace/ci siamo passati tutti/non sa quanto mi fanno rabbia queste cose/magari recupera", tralasciando il fatto che senza il ritardo nella partenza lui non sarebbe mai riuscito a salire su quel treno, lungo il vagone procedeva spedita una coppietta cinese. Il giovane e l'accigliato passeggero si voltarono verso i due orientali, che nel frattempo stavano prendendo posto nella loro stessa fila, dall'altra parte del corridoio: a entrambi non era sfuggita la mano della ragazza che si era energicamente poggiata sul sedere del ragazzo, ragion per cui l'accigliato passeggero, ora ben conscio del fatto che il ritardo a un'occasione importante può essere comunque più appetibile del preludio di un amplesso consumato di fronte a te, decise di fare cadere il discorso che fino a poco prima lo faceva tanto imbestialire.

Il giovane, d'altro canto, era piuttosto incuriosito dalla coppia: innanzitutto, perchè si erano messi uno di fronte all'altro se c'era abbastanza spazio per mettersi uno accanto all'altra e avvinghiarsi come sembrava volessero fare? Il ragazzo aveva le unghie del mignolo molto più lunghe delle altre, vezzo tanto caro agli abitanti del Sol Levante e del quartiere Brancaccio di Palermo? E soprattutto, era una sua impressione o erano ubriachi?
La lettura era resa assai difficoltosa da queste domande che ogni tanto si ripresentavano nella sua testa, impazienti di risposte necessitanti approfondimenti scabrosi; così, mentre nel paese delle nevi si consumava la storia d'amore tra Shimamura e Komako ma non si dava nessuna delucidazione sulla lunghezza delle unghie delle mani di chicchessia, il controllore si materializzò nella carrozza di fronte al suo scompartimento.
Il giovane chiuse il libro e tirò fuori il cellulare, mostrando il codice del biglietto al dipendente delle ferrovie, che annotò prontamente e procedette alla verifica successiva. Una sequenza di eventi banale, che comunque fece sghignazzare i due innamorati: il giovane, leggermente imbarazzato e allo stesso modo infastidito, si voltò verso la coppietta, non capendo cosa ci fosse di tanto ridicolo nel mostrare il biglietto elettronico sul cellulare, e i due distolsero subito lo sguardo da lui, facendo finta di guardare in un'altra direzione.

"E i due cincillà non li controlla?"
L'accigliato passeggero in tono polemico aveva intanto deciso di confrontarsi col controllore, dopo che quest'ultimo non gli aveva saputo dare ragioni sul ritardo del treno. Il controllore ribattè:
"Guardi, lei non ha alcun diritto di parlare a me o agli altri passeggeri del treno in questo modo."
"Io invece il diritto ce l'ho eccome! Ho tutto il diritto di sapere se dopo le convenzioni con la Serie A e i musei, ora Trenitalia ne ha fatta una nuova con la Triade!!!! Perchè non glieli controlla i biglietti a quei due? Quanto mi fate incazzare voi di Trenitalia, la gentilezza e la puntualità l'avete dimenticata tutta sui treni ad alta velocità, ma porc..."
L'alterco proseguiva, e mentre il controllore spiegava all'accigliato passeggero che la coppietta viaggiava insieme a un'altra persona che deteneva tutti e tre i biglietti già personalmente validati, il giovane era giunto alla conclusione che la coppietta probabilmente non capiva una parola di italiano: effettivamente, proferivano a malapena parola, e tutto quello in cui si limitavano a fare era scambiarsi sguardi beati, come se fossero ignari delle varie offese razziste gridate fino a quel momento. Se prima il giovane provava sincero disprezzo nei loro confronti, adesso non sapeva assolutamente che idea farsi di quei campioni inconsapevoli di intolleranza; il controllore e l'accigliato passeggero, invece, avevano appena espresso le loro considerazioni finali sulle altrui madri, mogli e figlie, e di comune accordo presero la decisione, accompagnata da qualche bestemmia, di risolvere l'alterco con i pugni nella stazione dove il treno si era appena fermato.
I due si allontanarono dallo scompartimento, e il giovane ebbe modo di notare un paio di scarpe da donna dall'altra parte del corridoio, vicino alla ragazza sempre più sorridente, ed ebbe modo di scoprire un evento alquanto rilevante.

Secondo Wikipedia il vomito è "un atto riflesso, e che si può manifestare in seguito a sollecitazioni provocate in zone trigger, quali la faringe e la Chemoreceptor Trigger Zone nel cervello, nonchè con una stimolazione adeguata dell'intestino e dello stomaco. A ciò si aggiungono i recettori periferici stimolabili da odori, sostanze chimiche, tossine, farmaci, stimoli meccanici, pressione endocranica (a causa di tumori o edemi cerebrali, nonché in caso di trauma cranico o infarto cerebrale in corso in zona cerebellare o in prossimità dei nuclei vestibolari). Questi stimoli afferiscono ai neuroni della sostanza reticolare del tronco dell'encefalo, centro afferente della reazione emetica, provocando l'eiezione del contenuto addominale dal cavo orale, solitamente accompagnata da nausea o scialorrea. A questi centri del vomito arrivano anche afferenze dalla corteccia cerebrale responsabili per esempio del vomito che occorre al cospetto di visioni orripilanti." 

Molto interessante, vero? Da questa spiegazione si evince che se si vuole vomitare una soluzione la si trova, in un modo o nell'altro. C'è chi si limita a arrivare al traguardo finale grazie a dosi massicce di alcol (quanta banalità, non trovate?), chi invece decide di variare ogni tanto provando l'ebbrezza dell'intossicazione alimentare (è il caso di chi scrive): sempre di un atto riflesso si tratta. Ma vomitare, vomitare in seguito alla visione di una donna di verde mela vestita che muove i suoi piedi sul pacco del proprio partner per provocargli piacere di fronte a tutti... In questo caso, lasciatemelo dire, il vomito non può essere considerato un mero atto riflesso: il vomito è un'esibizione artistica!

Il giovane era quasi riuscito a esprimere la sua arte fino in fondo, e il sapore di tutta quell'arte aveva sostituito quello del latte al cacao bevuto a colazione.